#FORUMAutoMotive: “Ministro Patuanelli, ecco le esigenze della filiera”

La decima tappa di #FORUMAutoMotive invia un messaggio chiaro al ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli: «Per un tavolo che punti allo sviluppo del settore automotive è inutile sentire molte persone senza arrivare a una soluzione. Le risposte devono arrivare da un gruppo ristretto di esperti competenti come quello che ha partecipato al tavolo che ogni anno organizziamo». Questa è la sintesi attraverso cui il moderatore della tavola rotonda e promotore di #FORUMAutoMotive, il giornalista Pierluigi Bonora, ha chiuso, a Milano, i lavori del primo di due giorni di lavori dedicati al futuro della mobilità a motore.

“Un deserto del profitto per l’industria automobilistica. Cause: gli investimenti per il passaggio all’elettrico e all’autonomo, gli obiettivi di riduzione della CO2 e il rallentamento dei mercati chiave a livello globale. Rimedi?”. È il tema dello studio presentato da Dario Duse, managing director di AlixPartners, ai vertici delle associazioni che compongono la filiera automotive, comparto travolto dagli effetti di una corsa che ha subito una forte accelerazione in una direzione che deve ancora dimostrare di poter effettivamente risolvere i problemi. E che nei prossimi anni assorbirà investimenti giganteschi: le stime mettono in conto 275 miliardi nell’arco di 3-4 anni, 225 dei quali solo per l’elettrificazione dei veicoli.

In questo processo, il ruolo di una città come Milano è fondamentale, ha precisato Geronimo La Russa, presidente dell’Automobile Club del capoluogo lombardo, il quale ha sottolineato come la metropoli sia a tutti gli effetti «una città laboratorio, utilizzata per una serie di esperimenti, l’ultimo dei quali ha portato alla realizzazione dell’area B, la ZTL che grava sul maggior numero di automobilisti a livello europeo».

Dopo avere inferto un pesante colpo al diesel, il mondo dell’auto è «in balia dell’opinione pubblica e di politici, manager e istituzioni che hanno seguito imposizioni slegate da aspetti tecnici – ha aggiunto Fabio Dadati, marketing & communication senior advisor di Dekra Italia -; chi è leader diventa follower con il solo obiettivo di ottenere consensi».

L’intervento di Claudio Spinaci, presidente di Unione Petrolifera, non si è concentrato sulla difesa del ruolo dei carburanti fossili, ma su come vengono utilizzate le accise, non impiegate per finanziare sviluppo e ricerca, bensì per pagare servizi e pensioni. «Se le tecnologie fossero mature, sarebbe comprensibile una spinta in questa direzione, ma è folle predisporre incentivi per tecnologie acerbe che non raggiungeranno nessun obiettivo ambientale. Perché in questo modo si uccide la ricerca, in primo luogo quella sui carburanti sintetici, che svolgeranno un ruolo molto importante nel prossimo futuro».

Per Andrea Ricci, senior vicepresident di Snam4Mobility, il vero problema sono le normative. «Hanno fatto passare il messaggio “elettrico uguale a zero emissioni”, anche se alimentato da centrali a carbone. Sappiamo che elettricità e gas sono avvantaggiati in termini fiscali, ma c’è chi si sta battendo per far aumentare le tasse sul gas naturale, che potenzialmente potrebbe muovere il 25% del traffico in Italia».

La tavola rotonda si è chiusa con una breve sintesi di ogni relatore, che riassume in poche parole quelle che sono le richieste dei rappresentanti della filiera per evitare una pericolosa deriva che, se non gestita correttamente, porterà inevitabilmente a pesanti ripercussioni sul fronte dell’occupazione, senza peraltro risolvere le urgenze: la riduzione dei gas con effetto serra e di quelli inquinanti, quasi dimenticati. Ecco i suggerimenti nel dettaglio.

Franco Fenoglio, presidente di Unrae Veicoli Industriali: «Nel breve periodo serve rinnovare il parco circolante, se ci si muove con impegno si possono raggiungere importanti obiettivi in tempi brevi».

Pietro Teofilatto, direttore di Aniasa: «Servono iniziative per agevolare le vendite di usato su usato con l’introduzione di bonus».

Claudio Spinaci, presidente di Unione Petrolifera: «La soluzione passa attraverso una maggiore flessibilità energia/clima, verificando ogni due anni lo stato dell’avanzamento tecnologico».

Mariarosa Baroni, presidente di NGV Italia: «La ricerca è fondamentale, bisogna promuovere lo studio di tecnologie innovative, in grado di catturare la CO2, trovando alternative alle strade già percorse».

Michela Capoccia, responsabile innovazione transizione energetica e mobilità sostenibile del Gruppo Sapio: «Non si può assolutamente dimenticare di inserire l’idrogeno all’interno di strategie di medio e lungo termine».

Andrea Ricci, senior vicepresident di Snam4Mobility: «Nel computo delle soluzioni possibili, devono essere introdotti i biocarburanti».

Giannetto Marchettini, commissario di Confindustria Ancma: «Per il settore delle due ruote, che a sua volta sta vivendo un momento di transizione, abbiano già chiesto incentivi strutturali sotto forma di detassazione per le aziende del comparto».

Fabrizio Guidi, presidente di AsConAuto: «Per prima cosa servono scelte ponderate e intelligenti; poi non devono mancare i contributi per la ricerca, importantissima in questa fase».

Adolfo De Stefani Cosentino, presidente di Federauto: «Bisogna assolutamente accelerare la rottamazione del circolante più vecchio, anche con forme di detraibilità e ammortamento più favorevoli che permetterebbero di utilizzare anche le ex auto aziendali a favore della rottamazione delle auto più datate e inquinanti».

Fabrizia Vigo, responsabile delle relazioni istituzionali di Anfia: «Dietro questa situazione ci sono tanta ideologia e problemi di comunicazione. Abbiamo proposto numerose soluzioni per salvare l’impiego nella filiera automotive, ma ci scontriamo anche con governi che durano poco e con politici che hanno una visione limitata. Per questo motivo chiediamo un tavolo alla Presidenza del Consiglio e con l’Anci, grande assente».

Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae: «Fare da apripista senza una guida è pericoloso. Anche perché ci stiamo dimenticando dell’inquinamento. L’effetto serra è oggi più popolare, ma le emissioni nocive hanno costi sociali più alti».

Lucio Tropea responsabile marketing eMobility di Enel X: «Il problema dell’autonomia e dei tempi di ricarica sono ormai limiti psicologici. La ricarica alle colonnine in strada è solo una soluzione, il 75% delle ricariche delle auto elettriche in circolazione avviene a casa, nel box o sul posto di lavoro»

 

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