#FORUMAutoMotive: “Allarme rosso sulla sicurezza stradale, subito il nuovo Codice”
La seconda giornata di #FORUMAutoMotive è stata tutta dedicata al tema della sicurezza stradale. Dopo la tavola rotonda della vigilia che ha analizzato i problemi e le possibili soluzioni dell’attuale settore automotive che sta subendo una serie di imposizioni non dettate da motivazioni tecniche e scientifiche, il focus è stato spostato su un argomento sempre molto sensibile. Anche in questo caso la materia è stata analizzata da alcuni tra i massimi esperti del settore, moderati dai giornalisti Pierluigi Bonora, promotore dell’evento e giornalista de “il Giornale”, Fabio de Rossi, vicedirettore del mensile “Quattroruote”, e Ilaria Brugnotti, di “Repubblica Tv”.
Il tema è di assoluta attualità, poiché dopo un periodo di netto calo della mortalità sulle strade, per effetto dei controlli e della disponibilità di dispositivi di prevenzione elettronica sempre più efficaci, il trend ha subito un deciso rallentamento, e un ancor più preoccupante recupero delle cosiddette stragi del sabato sera che hanno come vittime i giovani dopo le serate in discoteca.
I bilanci catastrofici di solo quarant’anni fa sono fortunatamente un ricordo, come sottolinea il Prefetto Roberto Sgalla, già direttore centrale delle Specialità della Polizia di Stato. «Negli anni Settanta – afferma – l’Italia era malata, basti pensare che nel 1972 i morti sulle strade sono stati 11.000. Purtroppo stiamo assistendo a un ritorno delle stragi del sabato sera, che sembravano ormai un ricordo: nel 2001 i morti sono stati 917, nel 2014 siamo arrivati a 314. Serve una nuova campagna di informazione, mentre la Polizia continua la sua opera di prevenzione, anche attraverso 1,8 milioni di test con gli etilometri». Numeri più precisi su quella che è attualmente la situazione sono forniti dall’onorevole Paolo Gandolfi (Pd), urbanista ed ex deputato e relatore della legge sull’Omicidio stradale. «Si dice che siano diminuiti i morti sulla strada – aggiunge Sgalla – ma 3.300 vittime rappresentano cifre bollettino di guerra; senza dimenticare che questo valore è pari al doppio di quelli rilevati in Gran Bretagna, che ha un numero di abitanti simile a quello dell’Italia».
Questo è l’effetto diretto di un progressivo ritorno di molti automobilisti alle cattive abitudini del passato.
«Il 25-30% dei conducenti – testimonia Giordano Biserni, Presidente di Asaps – dichiara apertamente di usare il telefono cellulare alla guida. D’altra parte, bisogna considerare che le revisioni obbligatorie degli etilometri generano un pericoloso imbuto: quelli di Roma sono inviati a Milano e tornano dopo 6-8 mesi. Negli ultimi tre anni il tasso di riduzione degli incidenti mortali è fortemente rallentato, fermandosi all’1-2%».
A questo si aggiunge un’altra cattiva abitudine che sembrava ormai dimenticata, ricordata da Enrico Pagliari, coordinatore dell’aerea tecnica di Aci. «Ancora oggi due automobilisti su dieci non usano la cintura sicurezza, e la situazione è ben peggiore se si considerano i posti posteriori. Drammatici sono i dati relativi all’uso dei seggiolini per i più piccoli: 6 bambini su 10 sono trasportati senza sistemi adeguati».
In questo particolare clima servirebbero norme più precise, la certezza della pena, mentre dalle istituzioni arrivano soltanto “i soliti ritardi della politica”, come ricorda il titolo dell’incontro. Roberto Sgalla non ha dubbi: «Serve assolutamente un nuovo Codice della Strada, una semplice riforma non è sufficiente. Stiamo aspettando una legge delega per la revisione, che deve individuare e punire i nuovi comportamenti pericolosi alla guida». Invece, il progetto che sembrava in dirittura d’arrivo in estate non si sa bene che fine abbia fatto. L’onorevole Giuseppe Donina, membro della Commissione trasporti della Camera, relatore della riforma del Codice della strada,testimonia di avere fatto tutto il possibile: «Il 16 luglio abbiamo licenziato in commissione il Codice della Strada per portarlo in aula, ma passano i mesi e nessuno si fa più vivo. Qualcosa sembra si stia muovendo dalla settimana scorsa. L‘obiettivo è quello di portare in aula entro fine novembre la nostra parziale revisione del Codice della Strada». Il deputato della Lega ha anche una sua personale visione del problema: «C’è la sensazione che diminuiscano i controlli della Polizia Stradale, ma è più corretto dire che diminuisce il personale della Polizia. Un governo che vuol mettere l’attenzione sulla sicurezza stradale non può tralasciare il fatto che ci vogliono più pattuglie, più agenti, più mezzi e più tecnologia». L’onorevole Gandolfi, lamenta invece come quella che avrebbe dovuto essere un’arma potente (la legge sull’Omicidio stradale) è in realtà spuntata da una serie di cavilli. La base rimane buona, ma bisogna continuare a lavorare. «Mi rivolgo – ha rimarcato – ai parlamentari in carica: si può migliorare la parte relativa alle lesioni gravi. Questa legge è stata palleggiata cinque volte tra Camera, Senato e uffici legislativi delle Commissioni. Ogni volta mi preoccupavo di curare la legge dal punto di vista della sicurezza stradale, poi c’era chi la rivedeva con gli avvocati snaturandola».
Almeno sotto questo punto di vista, l’appartenenza a due schieramenti opposti non compromette l’attenzione al problema. Entrambi i politici auspicano una risoluzione condivisa di una situazione che genera alti costi sociali. Perché almeno per quanto riguarda la sicurezza sulle strade non ci può essere una guerra politica.
Mi meraviglio del fatto che in questa discussione, ci sia un illustre assente; la formazione.
Veramente deludente!
Se si pensa di far scendere il numero delle vittime con etilometro, autovelox, sanzioni e quant’altro, beh, siamo messi male.
La formazione è la carta vincente, perché fornisce al guidatore,anche la consapevolezza dei rischi connessi all’ uso di un veicolo stradale.
Paesi come l’Austria, sono la prova che ho ragione…
Parola d’ istruttore di guida sicura…