Fornitori: la sfida della transizione industriale

di Marco Stella, presidente del Gruppo Componenti Anfia 

Con lo studio “Il futuro del settore automotive, sfide e opportunità per i fornitori italiani verso il 2030”, che ci è stato presentato da Roland Berger, abbiamo voluto dotarci di uno strumento in grado di orientare la definizione di misure di politica industriale stabili e concretamente efficaci, da concertare con le istituzioni di riferimento e la platea più allargata degli stakeholder, e delineate per aiutare il settore a superare le incertezze della transizione tecnologica dell’automotive. Interventi a supporto degli investimenti in ricerca, innovazione e prima industrializzazione, interventi per la riqualificazione del capitale umano – ad esempio con l’incentivazione fiscale di progetti di formazione, re-skilling e up-skilling – e interventi finanziari a sostegno delle imprese e delle aggregazioni di imprese sono elementi necessari ad assicurare alla filiera produttiva un’adeguata presenza industriale su scala internazionale e vantaggio competitivo nel futuro.

Anfia sta dialogando con i ministeri competenti affinché le sue proposte di politica industriale vengano inserite nel Recovery Plan in fase di definizione. A oggi, la filiera italiana, pur potendo contare su importanti realtà industriali già affermate sulle tecnologie dell’auto di domani e affiancate da iniziative di ricerca promettenti su materiali del futuro, componenti innovativi e del veicolo autonomo, presenta in generale un panorama frammentato, che evidenzia la necessità di una maggiore collaborazione e aggregazione tra i player.

Il portafoglio tecnologico dell’Italia è tuttora maggiormente esposto sui moduli tradizionali, mentre le imprese del comparto non hanno ancora raggiunto un posizionamento abbastanza forte sui domini emergenti ed in forte crescita; è determinante cambiare passo accelerando processi di trasformazione radicale con al centro l’innovazione, anche attraverso strategie di open innovation, per favorire a livello domestico lo sviluppo di queste tecnologie.

Per ottenere un buon posizionamento sulle tecnologie emergenti, l’Italia deve tra l’altro diventare attrattiva per attori esteri leader tecnologici a livello globale, che con la loro presenza “intelligente” sul territorio, darebbero ulteriore impulso all’importante ecosistema che si va creando. Una partita importante, inoltre, dovremo giocarla sull’idrogeno. Come Paese e come filiera, non possiamo permetterci di perderla, perché abbiamo tutte le competenze e le capacità per diventare leader tecnologici, anche nella sua applicazione nel trasporto pesante, sia di merci sia di passeggeri. Costruttori e componentisi ci credono e ci stanno già lavorando, l’auspicio è che alle parole del Governo seguano investimenti e sostegno allo sviluppo industriale.

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