Ford Mustang 2.3 EcoBoost, una per tutto (e per tutti)

“2 liters is a soft drink, not an engine size“. Questa frase letta sul cofano posteriore di una Mustang racchiude tutta la filosofia della pony car per eccellenza. Perché “bigger is better”: in America tutto deve essere “king size”, auto comprese.

Il V8 di enorme cubatura è quindi il motore americano per eccellenza, soprattutto quando si tratta di icone a stelle e strisce come la Mustang. Però poi si scopre che c’è un’altra parte di mondo che adora la stessa auto, e che per caratteristiche la Mustang può essere la sola in box (spazio e comfort ne ha, e il bagagliaio è davvero ampio) e che magari con un motore più piccolo si può avere botte piena e  moglie ubriaca. Abominio? Orrore? Qualche invasato a stelle e strisce potrà forse inorridire: noi dopo averla provata per una settimana vi raccontiamo ciò che è successo andando in giro con la Mustang. E vi diciamo che se “bigger is better, small is lovely. Vediamo perché.

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EPISODIO 1 – Ego che passione

di Stefano Cordara (Red-live.it)

Parcheggio del supermercato.

La guardia giurata esce dalla garitta e mi viene incontro con gli occhi a palla: “Mi faranno il mazzo perché ho lasciato il posto ma non mi interessa, questa la devo fotografare per forza… Che figata! Che colore fantastico! Ma è il 5.000?”

Incrocio

Un tizio con una berlinetta sportiva ultrapompata mi ha appena sfidato apertamente su una strada di campagna. Mi fa cenno di abbassare il finestrino e poi parte: “Ma è il 5.000? Ma quanti cavalli ha? No perché viaggia davvero, cavolo l’hai scelta bellissima. Complimenti. Quanto costa?”. (Risposta: meno della tua).

Mattina alle 8, piazzale davanti a scuola

I ragazzi impazziscono, i genitori smettono di parlare e si girano a guardarla. Tutti. La Mustang annichilisce anche la mamma-ego che si presenta ogni mattina con l’Hummer. I compagni di classe di mio figlio fanno la fila per un selfie, trasformandolo (il figlio) automaticamente nel “boss” della classe.

Cortile di casa mia

In attesa di metterla in garage, il figlio di 4 anni della vicina mi guarda come se fossi Superman. Lo invito a salire, a toccare il volante… woooooooowwww! Da allora sono il suo idolo.
Sì, è ufficiale: se avete problemi di ego, la Ford Mustang è una terapia di sicuro successo. Non importa che motore abbia sotto al cofano, non importa di che colore sia. Quello che chiamo “l’effetto Mustang” è evidente. Sempre. Magari un pelo più marcato se la puledrina in questione è una coupé color arancio con due lunghe strisce nere che la percorrono per tutta la lunghezza. La Mustang è così: la definirei “evidente”. E piace per questo, se è vero che attualmente è la sportiva più venduta in più di un Paese europeo.

Carisma incredibile

Il concetto di “tanta resa poca spesa” è ancora più marcato con la Mustang dotata del motore 4 cilindri Ecoboost 2.3 da 317 cavalli, che non è il 5.000, ma non toglie nemmeno una briciola di carisma alla pony car. Lo aveva già dichiarato Sebastiano Salvetti in occasione della prova al lancio “non è una scelta povera, anzi”; ne abbiamo avuto la conferma guidandola per una settimana, durante la quale la abbiamo utilizzata nella vita “normale”, condizione in cui abbiamo compreso meglio come la Mustang con motore Ecoboost – che poi il termine “eco” nei dintorni della Mustang suona paradossale -, possa essere usata davvero nella vita di tutti i giorni. Meglio della 5.0, in questo caso.

Alla guida della Mustang 2.3 riesci davvero a godere nella vita quotidiana senza per questo perdere il gusto della guida “all’americana”, consumando la metà. Se ti prende il “morbo del drifting” a ogni rotonda la Mustang non si tira indietro ma per certi versi pare meglio bilanciata, perché il motore più leggero riporta la distribuzione dei pesi a un livello più normale rispetto al colossale 5.000. Se vuoi fare la sparata spinge di brutto: cavalli, coppia e spinta non le mancano nonostante non sia una libellula.

E che musica il motore

La mappatura Sport cambia il carattere, la Track è per chi ama vedere il mondo di traverso. In Ford sono riusciti anche nella magia di donare al motore 4 cilindri un sound coinvolgente. Quando scegli le opzioni più “morbide”, la Mustang sa essere l’auto perfetta anche per andare a fare la spesa (e io infatti ci sono andato). Il successo della Mustang va oltre il mito che accompagna questo modello. Con l’ultima versione si gode di un netto miglioramento della qualità dei materiali che arredano l’abitacolo: il sistema SYNC2 offre una connettività di altissimo livello (potrete farvi leggere anche SMS e mail), l’impianto audio è al top e la fruibilità del motore 2.3 Ecoboost è notevole.

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Sempre ultra osservati

Così andare a spasso diventa normale, la gestione della frizione e della coppia è più umana che sulla 5.000 e viene naturale utilizzarla come prima e unica auto. Vettura con cui, tuttavia, sarete assolutamente certi di non passare inosservati. L’impatto estetico della Mustang non può lasciare indifferenti: gli occhi addosso li avrete sempre e comunque, e la classica frase “chissà quanto costa” detta magari dal signore su una station wagon full optional che costa il doppio sarà una costante.

Trovate un’altra auto che a 39.000 euro – la cifra richiesta per la “nostra” Mustang 2.3 cambio manuale in prova – offra altrettanto. Per questo motivo la prova, più che un resoconto di prestazioni, frenate e derapate – cose che fa alla grande, soprattutto sfruttando le track apps che lasciano sfogare l’ignoranza vera – è un racconto di vita reale e delle reazioni che provoca la cavallina americana. Le mie ve le ho già narrate, ora passo la palla a Marco Salvetti e Romanella Rivaroli (la nostra “Penna Rossa”), anche loro vittime dell’effetto Mustang.

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