Fit for 55: il 2035 è lontano, troppo lontano

di Pier Luigi del Viscovo, direttore di Fleet & Mobility

Dare per scontato lo stop nel 2035 alla vendita di auto termiche ha consentito di fermare gli investimenti sul termico e concentrare le energie finanziarie sull’elettrico. Nonostante la crescita delle vendite di auto elettriche, le Case sanno che pure una quota di mercato a due cifre potrebbe non arrivare mai al 100%.
Negli ultimi anni abbiamo assistito in più occasioni alle dichiarazioni in tal senso di alcuni vertici dei costruttori, che però restavano tali.

Adesso a farsi sentire sono i sindacati e i Paesi dove la manodopera automobilistica è cruciale, preoccupati per le ricadute occupazionali. In Italia non tutti avevano creduto al fermo nel 2035. Già a fine ottobre, in un sondaggio del think tank “AgitaLab”, metà degli operatori aveva risposto di ritenere improbabile (20%) o sicuro (32%) che lo stop non sarebbe stato confermato, mentre uno su cinque pensava che le probabilità fossero metà e metà.

Il Comitato per la Transizione Energetica (Cite) ha ipotizzato anche in Italia lo stop al 2035, ma è seguita una dichiarazione del viceministro dello Sviluppo economico, Gilberto Pichetto, in cui si afferma che l’impegno deve essere di tutti i Paesi, che non può pregiudicare la sopravvivenza del settore auto e che, pertanto, non si può ignorare la sostenibilità economica e sociale della transizione.

 

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