Filiera unita nel chiedere attenzione: non sono ammesse defezioni
di Pierluigi Bonora
Filiera automotive (c’è anche Motus-E)) e anche i sindacati metalmeccanici, tutti uniti, nel lamentare «la totale assenza, nella Legge di bilancio e nel Pnrr, di interventi strutturali e misure per affrontare la transizione ecologica ed energetica della mobilità, non essendo stati stanziati fondi né a sostegno della domanda né dell’offerta».
Pandemia che rialza la testa; incertezza dilagante tra i consumatori; mancanza di chip e costi alle stelle delle materie prime, con i conseguenti blocchi alle produzioni e delle consegne di veicoli ai concessionari; incentivi «stop and go» che non risolvono l’annoso problema di un parco circolante da rinnovare. Tutti fattori che hanno fatto indossare all’Italia, in ottobre, la maglia nera (-35,7%) delle immatricolazioni, in Europa, tra i 5 principali mercati.
Eppure, dal governo, in particolare dal ministero dello Sviluppo economico, promotore anche del «Tavolo automotive», erano arrivate garanzie di massima attenzione a un comparto centrale per il Paese, per di più alle prese con il complicato e costosissimo cambio di passo dettato dall’accelerazione dell’Ue verso una mobilità totalmente elettrica. Tre i miliardi ipotizzati dal governo all’interno di un piano triennale strutturale di sostegni al settore capace di contribuire allo svecchiamento del parco circolante e spingere gli acquisti di veicoli a zero e bassissime emissioni.
Nulla, invece, di tutto questo. Da qui la reazione stizzita di Anfia (filiera italiana), Unrae (importatori), Federauto (concessionari), Aniasa (flotte e noleggio) Motus-E (mobilità elettrica), Assofond (fonderie) e Ucimu (sistemi per produrre) a cui si sono uniti i sindacati Fim, Uilm e Fiom. «Si prospettano – l’avvertimento delle associazioni – gravissimi impatti sul mercato e rischi di tenuta di una filiera nazionale che vanta un’importante tradizione manifatturiera automotive. Siamo l’unico Paese europeo che non sostiene e instrada il consumatore verso acquisti di vetture e veicoli commerciali a zero emissioni e bassissime emissioni, né interviene a tutela dei livelli occupazionali».
Quattro i nomi che vengono fatti e ai quali è rivolto l’appello: il premier Mario Draghi, i ministri Giancarlo Giorgetti (Sviluppo economico), Roberto Cingolani (Transizione ecologica) e Daniele Franco (Economia).
Importante, a questo punto, è che chi (Motus-E) ha sottoscritto il messaggio congiunto al governo, lavori nell’interesse comune e non solo pro domo sua, disinteressandosi di tutto il resto, facendosi forte degli attuali orientamenti ideologici da parte delle istituzioni.