Foto: I presidenti delle tre associazioni: da sinistra, Michele Crisci (Unrae), Paolo Scudieri (Anfia), Adolfo De Stefani Cosentino (Federauto)

Filiera sconcertata: il governo non investe nell’auto

Nel nuovo Decreto Sostegni-bis non ha trovato posto il rifinanziamento degli incentivi  alla sostituzione di veicoli vecchi e inquinanti con veicoli di ultima generazione, una  misura di investimento sul settore e sul rinnovo del parco, che si sarebbe ripagata  velocemente generando addirittura aggiuntività per le casse dello Stato, come dimostrato  da quanto già avvenuto in questi mesi.

Per Anfia, Federauto e Unrae, dopo l’inaspettata mancanza nel PNRR di  interventi per il sostegno alla domanda del settore auto sulle tecnologie a bassissime  emissioni, si aggiunge una dimenticanza che va contro la strategia di accelerare la  transizione ecologica chiesta dall’Unione Europea.

“L’assenza di incentivi – scrivono le tre associazioni – interrompendo il sostegno agli acquisti delle vetture attualmente  più vendute, rischia di frenare il percorso virtuoso intrapreso. In un momento di grande  difficoltà per gli italiani, infatti, gli incentivi stavano svolgendo quella funzione di stimolo  ad acquisti più sostenibili in termini ambientali contribuendo, al tempo stesso, a contenere  le pesanti perdite generate dall’effetto Covis-19 sul mercato auto”.

“Nelle interlocuzioni avute con tutti i ministeri competenti – ricorda la nota – Anfia, Federauto e Unrae hanno chiaramente dimostrato gli effetti positivi degli incentivi alla rottamazione  in termini di sostegno al mercato fortemente penalizzato dalla crisi e, soprattutto, di  liberare la circolazione stradale da vetture obsolete facendo risparmiare all’ambiente  decine di migliaia di tonnellate di CO2″.

Anfia, Federauto e Unrae ribadiscono, pertanto, la necessità di rifinanziare l’ecobonus per le auto, compresa la fascia 61-135 g/km, e per i veicoli commerciali, misure  che finora hanno permesso, oltre che una forte riduzione dell’impatto ambientale, anche  di far ripartire un settore che occupa oltre un milione di addetti. Le previsioni di mercato per il mese di maggio sono allarmanti (-30% vs 2019), “chiediamo a Governo e Parlamento, che, in fase di conversione del Decreto Sostegni-bis, le misure in vigore possano essere prorogate e rifinanziate in maniera sostanziosa”.

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