di Antonio Ruzzo, giornalista
Pistoni e cilindri. Le linee morbide di un serbatoio, il luccichìo di una cromatura, la «cattiveria» di un frontalino o di una marmitta, il fascino di un disegno stampato come un tatuaggio sulla fiancatina della moto, il rombo che fa battere il cuore. Quattro ruote muovono le persone, due muovono l’anima e quando si parla motociclette la passione prende il sopravvento. Tra mille rigagnoli. Perché il popolo delle due ruote non si accontenta di una moto qualunque, vuole quella dei suoi sogni e si divide in «tribù» affezionate ai marchi.
E così ci sono quelli che parlano solo giapponese, i biemvuisti, i guzzisti, i ducatisti e quelli che impazziscono per le moto inglesi. Eicma, c’era una volta il Salone del ciclo e motociclo. Ormai il ciclo non c’è quasi più, sempre e più solo motociclo e spazio alle e-bike, le bici del futuro, quelle della rivoluzione, quelle che portano a pedalare anche chi non ci ha mai provato, non ci ha mai pensato e mai avrebbe creduto.
L’anno scorso il Salone alzò bandiera bianca per il Covid, ma quest’anno torna con un nuovo logo e la 78esima edizione in programma dal 23 al 28 novembre nei padiglioni di Fiera Milano a Rho sarà quella della vera ripartenza per tutto il sistema fieristico milanese e per la città.
Eicma è storicamente la vetrina più importante al mondo per le due ruote, ma questa edizione lo sarà ancor di più. Il settore delle due ruote, infatti, sta vivendo un grande momento di rilancio proprio per la spinta che le nuove esigenze post pandemia di mobilità delle grandi città stanno dando a tutto il settore che sta facendo registrare numeri di crescita importanti e in controtendenza se confrontati con altri mercati che ancora fanno i conti con la crisi.