Fiat Centoventi, l’elettrica da costruire

di Piero Evangelisti

Il Salone di Ginevra, aperto al pubblico fino a domenica, verrà ricordato per il numero impressionante delle nuove  auto elettriche, ibride e ibride plug-in esposte, almeno una per ogni costruttore. Fatta eccezione per la 500 elettrica prodotta in America, Fiat non si era mai impegnata nella realizzazione di un modello che inaugurasse una gamma a emissioni zero, una politica che cambia adesso con la presentazione al Palexpo della “Centoventi”, un concept full electric che potrebbe essere tradotto tra in un modello di serie.

La scelta del nome non è banale, perché è da 120 anni che Fiat produce automobili, e anche la taglia compatta, da cittadina, è quella nella quale il brand torinese vanta un eccezionale know-how, dalla prima 500 alla Panda e alla Punto. Arrivare nel settore delle auto elettriche con un certo ritardo rispetto ad altri concorrenti non è necessariamente uno svantaggio, ma un’opportunità per realizzare qualcosa di originale ed esclusivo.

È il cliente che decide l’autonomia

Fiat Centoventi presenta una modularità inedita che consentirà al cliente di costruirsi la propria auto pezzo per pezzo, a cominciare dal corpo della vettura scegliendo tra diverse soluzioni per tettuccio e paraurti, ad esempio, e poi tra i numerosi suggerimenti per gli interni, pronti per essere personalizzati. Ma la versatilità di Centoventi non si ferma qui e arriva a interessare anche le batterie, il cuore elettrico della vettura che, in versione standard, fornisce un’autonomia di 100 km: in questo caso il costo della batteria sarà  incluso nel prezzo.

A questo punto, ma anche in un momento successivo all’acquisto, se il cliente dovesse decidere di dotare l’auto di una maggiore autonomia potrà noleggiare una seconda e anche una terza batteria che forniranno 100 km ciascuna di ulteriore percorrenza tra una ricarica e l’altra. L’offerta di Fiat è di grande razionalità e permette di ridurre l’impatto del costo delle batterie (molto pesante in rapporto al prezzo di una city car) e di fare pagare quelle in più soltanto a chi ne ha realmente bisogno.

 

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