Franco Fenoglio, Presidente di UNRAE Veicoli Industriali

Fenoglio (Unrae Veicoli Industriali): “Delocalizzazione e concorrenza sleale i nodi da sciogliere”

Tecnicamente si chiamano veicoli industriali, ma sulla strada, per tutti, sono camion e Tir, i protagonisti dell’autotrasporto che in Italia è in crisi a livello imprenditoriale nonostante le immatricolazioni abbiano fatto registrare nell’anno appena concluso una crescita di quasi il 40%. Il malessere del settore, però, rimane e motivi e rimedi sono stati lucidamente analizzati all’inizio di novembre, a Frascati, da Franco Fenoglio, presidente della Sezione Veicoli Industriali di Unrae (l’associazione che raggruppa le Case estere produttrici di autoveicoli operanti in Italia). Fenoglio, che è amministratore delegato di Italscania, ha fatto riferimento nel suo intervento sia  a uno studio dell’agenzia indipendente Gipa che ha fotografato la situazione dell’autotrasporto in Italia e in Europa, sia all’analisi del Centro Studi e Statistiche di Unrae. Parlare di ripresa non basta perché “dal 2008 al 2015 le imprese italiane di autotrasporto sono diminuite del 24% – ha sottolineato Fenoglio – sono andati perduti quasi 150mila posti di lavoro e mancano all’appello oltre 100mila immatricolazioni di veicoli industriali, un dato che ha contribuito ad aggravare le condizioni di obsolescenza del parco circolante italiano”. Eppure gli studi ci dicono che anche lo scorso anno il trasporto di merci nazionale e internazionale ha continuato ad aumentare, peccato che la quota a carico di imprese nazionali continui a diminuire. Due le ragioni che spiegano questo fenomeno: la delocalizzazione all’estero (dove il costo del lavoro e le imposte sono meno onerosi) di imprese italiane e il cabotaggio svolto nel nostro Paese da imprenditori stranieri. In attesa di una spesso promessa normativa europea che metta un freno alla concorrenza sleale è, come ha sottolineato Franco Fenoglio, “ indispensabile agire seguendo direttrici ben  precise: il rinnovo del parco circolante per una mobilità realmente sostenibile e le indispensabili misure strutturali di sostegno per questo cambiamento; formazione degli autisti, con un occhio particolare al problema dell’occupazione giovanile;  previsione di sgravi fiscali per le aziende, e in particolare quelle che fanno formazione”. I veicoli industriali attuali per quanto riguarda emissioni, sicurezza e connettività sono molto più avanti delle autovetture, e i benefici per l’ambiente sarebbero enormi se si favorisse il ricambio dei veicoli vecchi. Unrae crede nel trasporto intermodale, decisivo in futuro, ma anche del ruolo primario che continuerà ad essere svolto da quello su strada. “Siamo consapevoli di essere oggi parte di un problema – ha concluso Fenoglio – ma stiamo (i costruttori di truck, ndr) lavorando con impegno e serietà per essere anche parte della sua soluzione, poiché non è pensabile un efficace sviluppo sostenibile del trasporto senza la componente stradale per quanto si possano potenziare le altre modalità”.

Al termine della conferenza di Frascati in vista della firma del Protocollo d’Intesa sul Progetto di Formazione degli Autisti, Franco Fenoglio e Maria Teresa Di Matteo, presidente del Comitato Centrale dell’Albo dell’Autotrasporto, hanno sottoscritto una lettera di intenti con la quale Unrae si è impegnata a fornire il necessario contributo di conoscenze, competenze e veicoli per sostenere il progetto.

Piero Evangelisti

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