Europa subito ko: l’Italia punta tutto sul Recovery fund
di Paolo Scudieri, presidente di Anfia
Dopo una chiusura del 2020 a -24,3%, con una perdita di oltre 3,8 milioni di nuove immatricolazioni, il mercato auto europeo apre il nuovo anno ancora in pesante ribasso, scontando gli effetti negativi di un giorno lavorativo in meno in molti mercati e delle misure restrittive in vigore per il contenimento della pandemia ancora in corso. Nel mese, tutti i mercati dell’area Ue-Efta-Uk presentano una contrazione a 2 cifre, ad esclusione della Svezia (+22,5%), della Norvegia (+7,7%) e della Francia, in calo del 5,8%. Tutti e quattro gli altri major market (includendo UK), che pesano per il 66,7% del totale immatricolato, risultano in flessione a doppia cifra, con la performance peggiore spettante alla Spagna (-51,5%), seguita da UK (-39,5%) e dalla Germania (-31,1%), mentre l’Italia chiude a -14%, in un mese caratterizzato dall’instabilità politica dettata dalla crisi di governo.
L’anno da poco iniziato non sarà sicuramente facile con una pandemia ancora da sconfiggerecercando di compensare, con misure di sostegno adeguate, le sue forti ripercussioni sull’economia, sull’occupazione e sul clima di fiducia dei consumatori. La freccia più importante che l’Europa ha al suo arco è ovviamente il Recovery Plan, per il quale auspichiamo che le proposte dei singoli Paesi, in primis l’Italia, ora che anche per il nostro Paese si prospetta una fase di maggiore stabilità, diano il giusto spazio all’industria automotive, con politiche industriali che le consentano di affrontare con successo la transizione tecnologica.
Non dimentichiamo che il nostro è un settore da sempre trainante in Ue, primo in classifica per il contributo all’innovazione, con 61 miliardi di euro l’anno investiti in ricerca e sviluppo, pari al 29% della spesa totale.