In Europa l’economia e il diesel frenano le vendite

di Gian Primo Quagliano*

Con 1.344.863 autovetture immatricolate il mercato dell’Unione Europea e dell’Efta in aprile accusa un calo contenuto nello 0,5%. Il dato è coerente con la fase di congiuntura fiacca che sta interessando l’area. Le preoccupazioni per il quadro economico incidono, infatti, negativamente sulla propensione all’acquisto di nuove auto penalizzate anche dalla demonizzazione del diesel, che crea incertezza nei potenziali acquirenti. In aprile in diversi mercati importanti dell’area (tra cui quelli del Regno Unito e dell’Italia) il calo della richiesta di auto diesel è in lieve rallentamento, ma resta comunque consistente e va a beneficio soprattutto delle auto a benzina che, come è noto, hanno emissioni di CO2 superiori a quelle delle auto diesel. Vantaggi molto limitati traggono invece le soluzioni verdi le cui quote di mercato sono soltanto lievemente in crescita. Vengono quindi, almeno per il momento, deluse le attese delle autorità di governo nazionali e locali che hanno decretato l’ostracismo al diesel.

Quello di aprile è l’ottavo calo mensile consecutivo. L’impatto sui risultati dei primi quattro mesi dell’anno è comunque abbastanza contenuto (-2,5%) perché a fronte delle difficoltà dell’economia e della vicenda del diesel vi è il fatto che le vendite nell’area sono sostenute dalle esigenze di sostituzione di un parco circolante che si sta avvicinando a 300 milioni di autovetture. Coerenti con lo scenario non particolarmente preoccupante, ma certo non entusiasmante dell’intera area UE+EFTA, sono anche i dati relativi ai cinque maggiori mercati in cui si concentrano i tre quarti delle immatricolazioni.

In questo ambito il risultato migliore in termini di crescita in aprile lo consegue la Spagna dove le immatricolazioni fanno registrare un incremento del 2,6% dovuto soprattutto alle vendite ad aziende e a società di noleggio che compensano una bassa propensione all’acquisto dei privati. Al secondo posto per crescita, sempre nella pattuglia dei primi cinque, viene l’Italia che ha messo a segno in aprile un incremento dell’1,5% che contribuisce a contenere le perdite del primo quadrimestre nel 4,6%. In stagnazione quasi perfetta è il mercato francese che cresce dello 0,4% in aprile e cala dello 0,4% nei primi quattro mesi, mentre lievemente negativo è il mercato tedesco con cali dell’1,1% in aprile e dello 0,2% nel periodo gennaio-aprile. Fanalino di coda del gruppo dei cinque grandi è il Regno Unito che contiene le perdite nel 4,1% in aprile e nel 2,7% nel primo quadrimestre.

Considerando le prospettive dell’economia e il persistente effetto negativo sulle vendite della demonizzazione del diesel, si può prevedere che nell’intero 2019 le immatricolazioni nell’area UE+EFTA saranno 15.200.000, che è un livello inferiore del 5% al massimo toccato nel 2007 a quota 16 milioni di vetture vendute.

*Presidente del Centro studi Promotor

 

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