II Parlamento europeo ha approvato in via definitiva le misure per ridurre le emissioni di gas serra di automobili e furgoni entro il 2030. E’ stato concordato un obiettivo più elevato (37,5%) di riduzione delle emissioni delle autovetture nuove entro il 2030, rispetto a quello proposto dalla Commissione europea (30%). La legislazione fissa inoltre un obiettivo di riduzione delle emissioni di CO2 per i nuovi furgoni (31%) entro il 2030.
Emissioni punitive per le auto, così si distrugge un settore
di Danilo Oscar Lancini*
I target di riduzione delle emissioni di CO2 contenuti in questa proposta sono totalmente irrealistici, non tengono conto infatti delle realtà tecnologiche e socio economiche attuali e impatteranno pesantemente sull’intera filiera del settore automotive che, ricordo, impiega oltre 13 milioni di lavoratori in tutta Europa.
Il testo non è neutrale da un punto di vista tecnologico, forza verso la sola soluzione elettrica, non giova alla competitività del settore, anzi, rende l´Europa dipendente da materie prime (le terre rare per le batterie) che provengono in gran parte da un solo Paese: la Cina, con l´aggravante che la stragrande maggioranza dei brevetti per le batterie sono detenuti in Asia, senza contare la mancanza di infrastrutture di ricarica e che una buona parte dell´energia elettrica in Europa proviene ancora da centrali a carbone e lignite.
L’inserimento di una clausola che ipoteticamente potrebbe aprire a una revisione dei target entro il 2023 non è sufficiente a riequilibrare questo regolamento. Settori come quello dell´automotive hanno bisogno di piani industriali a medio lungo termine, atti legislativi come questo sono irrazionali e irresponsabili.
*Eurodeputato