Emissioni, il rapporto choc (per alcuni) di Confcommercio
L’Italia Trasporti si sta dimostrando verso l’ambiente più virtuosa di molti Paesi europei considerato che in 27 anni ha ridotto le emissioni di Ghg (emissioni responsabili dell’effetto serra) del 2,7%, contro un aumento medio del 15% dell’Eurozona. È quanto si sottolinea nel rapporto pubblicato da Confcommercio in occasione del quinto forum di Conftrasporto. La sorpresa è che nello stesso periodo i veicoli pesanti in Italia hanno ridotto il contributo emissivo di quasi il 30% – si sottolinea nel rapporto – contro una crescita di oltre il 18% nell’area euro. I dati che vincono sui luoghi comuni ci dicono che in Italia, i Tir pesano sulle emissioni di GHG totali solo per il 4,5%, mentre nell’Eurozona la loro percentuale è del 5,9%.
Occorrerebbe forse aggiustare il tiro e concentrarsi su altri settori: quello dei rifiuti in Italia, ad esempio, ha aumentato le emissioni del 5%, mentre l’Eurozona le ha ridotte di quasi il 35%. È bene ricordare, prosegue il rapporto, che per effetto dei nuovi standard di omologazione europei, le emissioni inquinanti dei veicoli pesanti nel passaggio dal 1990 al 2016 si sono dimezzate per gli ossidi di azoto e addirittura ridotte del 70% per le polveri sottili. Considerando che circa il 62% del parco circolante dei Tir in Italia è di categoria emissiva ante-Euro 4 possibilità di successo di politiche per la sostenibilità centrate sul rinnovo del parco sono consistenti, e da non farsi sfuggire sotto l’ondata emotiva di criminalizzazione del diesel.
Il Rapporto di Confcommercio cita infine i dati dell’Agenzia europea sull’ambiente secondo cui un veicolo elettrico in tutto il ciclo di vita può produrre più danni all’ambiente – produzione esercizio (compresa ricarica), smaltimento – rispetto a un veicolo diesel.
L’indicatore-standard degli impatti sulla salute umana di un veicolo elettrico – si rileva – è più che triplo rispetto a quello di un veicolo diesel. Senza considerare i costi di ricarica: nelle colonnine stradali sono ben superiori rispetto alla pompa tradizionale. Di qui l’esigenza di non seguire una sola strada per la sostenibilità dei trasporti, ma di utilizzare tutte le tecnologie disponibili in maniera neutrale.