Ecotassa, in “malus” è il governo
di Giorgio Boiani*
Come si può ignorare il mercato e tutti gli operatori dell’automotive che mettono energie, impegno, lavoro, cuore e passione ogni giorno in un settore che, proprio di recente, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, ha sottolineato essere «un comparto chiamato a sforzi sempre più rilevanti», sostenendo che «non siamo sordi alle proposte di miglioramento; vogliamo essere vicini all’auto per affrontare e vincere le sfide»?
Come è possibile che giunga un provvedimento all’ultimo minuto capace di gravare sull’automotive con una nuova ed ennesima tassa nella volontà di favorire, così è stato dichiarato, vendite di veicoli a basse o zero emissioni? È una misura che purtroppo si traduce in un’altra penalizzazione per il nostro lavoro e, soprattutto, per il consumatore finale. Basta pensare che dal primo gennaio 2019 fino a tutto il 2021, una imposta crescente – da 150 a 3mila euro – è destinata a pesare sulla immatricolazione di auto nuove con emissioni di CO2 superiori ai 110 grammi/km.
Se, per esempio, prendiamo il modello più venduto in Italia: la Fiat Panda 1.2, prodotta a Pomigliano, tra le vetture non ibride con le più basse emissioni di CO2, con il nuovo sistema un acquirente dal 2019 deve pagare una imposta variabile dai 400 ai 1.000 euro. Questa misura non altro che il ricorso al “solito bancomat di tassazione sull’auto”.
È pura follia cambiare le regole sulle quali stiamo lavorando senza neppure consultarci. Non basta la guerra che affrontiamo tutti i giorni nel cambiamento dei mercati, adesso ce la fanno anche in casa. Adesso basta.
*Vicepresidente di AsConAuto
Sinceramente non capisco il M5S. Oppure lo capisco fin troppo bene. La loro origine continua a non piacermi. Certo che se parlano di cambiamento e portano avanti iniziative come questa sull’automobile, potrebbero avere seri problemi un po’ più avanti!