Foto: Il museo Fisogni è dedicato alle stazioni di servizio

Ecco “Miva”: nel Varesotto i musei industriali in rete

I musei industriali del territorio della provincia di Varese si mettono in rete: su impulso dell’amministrazione comunale di Busto è stato redatto un “Accordo di rete per la valorizzazione e l’integrazione dei Musei industriali della provincia di Varese” che vede come capofila il Museo del Tessile e della Tradizione Industriale di Busto Arsizio e come partner i seguenti musei: Parco e museo del Volo di Volandia: fondato nel 2010, è il più grande museo aeronautico italiano, nonché uno dei maggiori a livello europeo e raccoglie oltre 100 velivoli all’interno delle ex officine Caproni; Museo Agusta: fondato nel 2002, raccoglie nella sede di Cascina Costa centinaia di cimeli, documenti, disegni, fotografie di personaggi, eventi e prodotti, prototipi, modelli e riproduzioni in scala ridotta di aerei, elicotteri, moto e componenti, che ripercorrono quasi un secolo di storia dell’azienda Agusta; Museo delle Industrie e del Lavoro del Saronnese: fondato nel 1998, illustra la storia industriale del territorio di Saronno e il suo stretto legame con la Ferrovia; Museo della Motocicletta Frera: fondato a Tradate nel 2005, espone moto Frera delle prime e delle ultime produzioni. Vi si trovano complessivamente oltre 50 moto, sono altresì esposte foto e documenti della storia della Frera; Museo Fisogni della Stazione di Servizio: fondato a Tradate nel 1966, si compone di più di 5000 oggetti tra pompe di benzina, targhe, grafiche, latte d’olio, oliatori, aerometri, compressori, estintori e un notevole numero di cartoline d’epoca e gadgets, ognuno raffigurante un logo di una società petrolifera dall’inizio del secolo scorso; Museo della Pipa di Brebbia: fondato nel 1979, raccoglie non solo svariate migliaia di pipe ma anche le pubblicazioni effettuate in tutto il mondo sulle pipe e uno studio accurato sul design diviso per vari periodi; Museo Flaminio Bertoni: fondato nel 2007, ha sede presso il parco e Museo del volo di Volandia e celebra la figura del grande designer di automobili;

L’accordo è stato approvato dagli organi direttivi di tutti i musei e dalla giunta comunale di Busto: l’amministrazione comunale bustocca è l’unica presente nella rete visto che il Museo del tessile è di proprietà comunale e che nessun altro museo appartiene ad enti pubblici. L’acronimo che identifica la rete è Miva.

“Uno degli elementi storici che caratterizza il territorio della provincia di Varese è lo sviluppo dell’industria manifatturiera, che ha influenzato la trasformazione del paesaggio, della società, dell’economia e della cultura dei nostri territori e ha costruito le comunità –  sottolinea il presidente della Provincia di Varese e sindaco di Busto Arsizio, Emanuele Antonelli -. Quelle stesse comunità, riconoscendo nella tradizione industriale uno dei tratti fondamentali della propria identità, hanno dato origine ai Musei dell’industria e del lavoro che oggi sono chiamati non solo a testimoniare un glorioso passato, ma anche ad essere luoghi di innovazione e di formazione al servizio delle nuove generazioni. E sono particolarmente orgoglioso che proprio da Busto e dal Museo del tessile sia partita questa nuova realtà: la sinergia è la carta vincente su cui puntare per valorizzare ulteriormente questi tesori e di conseguenza la nostra identità“.

Alla presentazione dell’iniziativa al museo del Tessile hanno partecipato Marco Reguzzoni, presidente di Volandia, con Delia Durione in rappresentanza del museo Bertoni, e Marco Mocchetti per il museo Fisogni. “La nostra presenza è ancor più significativa per il momento che stiamo vivendo . ha affermato Reguzzoni -. Le aziende di cui questi musei sono espressione non si sono mai fermate, neanche durante la guerra, e così anche i nostri musei non si fermano, continuiamo a lavorare per superare insieme questa situazione e ripartire più forti di prima”.

“Il museo Fisogni conserva la più grande collezione al mondo sul tema delle stazioni di servizio – ha osservato Mocchetti -.  Come altri membri del circuito, anche noi siamo una realtà piccola, per noi è importante fare rete per riuscire a farci conoscere e per non rischiare di rimanere poco conosciuti, la rete può far sì che il nostro patrimonio non si perda e venga valorizzato come merita”.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *