Ecco chi inquina veramente
Imboccare le tangenziali in direzione degli aeroporti di Linate e Malpensa, subito dopo il casello di Milano, sulla A7, tra le 7 e le 9 del mattino è un’impresa. Le code sono interminabili, senza contare il rischio di micro tamponamenti che aggrava la situazione.
E così, per raggiungere Linate in tempo per il volo, è meglio rischiare l’attraversamento di parte di Milano. Anche in questo caso le code non mancano, ma grazie ai semafori la fluidità del traffico è migliore.
Questa opzione permette, a chi è in auto, di guardarsi attorno nei momenti di stop.
Ecco allora delinearsi uno scenario tutt’altro che rassicurante. Dai comignoli dei palazzi, ma anche di strutture che fanno parte del “pubblico” e di fabbriche, fuoriescono fumi densi e sinistramente spesso scuri che si disperdono nell’aria.
Imboccata poi la parte finale della Tangenziale, con gli ultimi 5 chilometri che immettono nel rettilineo di viale Forlanini che porta all’aeroporto, i gas di scarico di camion datati rendono, all’interno dell’abitacolo, l’aria irrespirabile.
Perché, al posto di prendersela sempre e in modo indiscriminato con le auto, non si provvede a dare un giro di vite a chi, come i palazzi sopra citati, emettono non sappiamo quali schifezze nell’aria? E perché non si fa in modo, come sollecita da tempo il settore, di pensionare i mezzi pesanti datati e inquinanti?
I problemi da risolvere sono questi. Occorre razionalizzare intelligentemente la mobilità, ma anche convincere condomini, fabbriche e strutture pubbliche a cambiare l’impianto di riscaldamento.
Questo è lo stato dell’arte a Milano, ma c’è sicuramente di peggio.