E-bike: a truccarle ci vuole poco
Quello delle biciclette è un vero boom: complici gli incentivi statali e gli inviti dei sindaci a non affollare i mezzi pubblici, l’attenzione degli italiani verso le due ruote sta registrando una crescita esponenziale, che riguarda anche i modelli a pedalata assistita che prevedono la presenza di un motore elettrico ausiliario e di una batteria in grado di ridurre lo sforzo muscolare e aumentare l’andatura del velocipede. Ma la velocità di questi mezzi è sempre sotto controllo?
Per queste tipologie di bici, infatti, il Codice della Strada prevede, all’articolo 50, una velocità massima di 25 km/h, raggiunta la quale l’alimentazione del motore deve ridursi progressivamente a, fino a interrompersi, oltre che una potenza nominale massima del propulsore elettrico di 0,25 kW e una lunghezza non superiore ai 3 metri (1,30 di larghezza, 2,20 di altezza). Una limitazione di velocità che molti giudicano però eccessivamente basso, tanto da rivolgersi spesso ai rivenditori per chiedere che venga eliminato. Come viene accolta questa richiesta?
L’inchiesta condotta da “Quattroruote” in incognito dimostra come uno su quattro degli addetti interpellati in tre grandi città italiane si sia detto disponibile a effettuare l’intervento o, perlomeno, a vendere il microchip necessario. Lo rivela la nuova sezione del sito quattroruote.it, denominata Urban Mobility, realizzata insieme a “Dueruote” e già online, dedicata proprio ai temi della micromobilità cittadina, un fenomeno dalla crescita fortemente accelerata in questa fase post-coronavirus.
I giornalisti di “Quattroruote” hanno rivolto la richiesta di eliminazione del limitatore di velocità sulla propria e-bike o su una di quelle in esposizione ai venditori di 30 negozi di Milano, Roma e Napoli. Il 26% degli interpellati ha acconsentito alla richiesta di intervenire sulla e-bike o, perlomeno, di procurare il kit necessario. In particolare, 3 sono state le risposte affermative su 14 negozi di Milano, altrettante in 10 di Roma e 2 su 6 a Napoli, dove le bici a pedalata assistita sono meno diffuse.
Il costo dell’intervento, spiega l’indagine, varia molto a seconda delle circostanze: se, a Milano, lo si può ottenere “incluso nel prezzo” delle e-bike di fascia alta (con prezzo intorno o superiore ai 3.000 euro), a Roma sono necessari 140 euro per raddoppiare la velocità massima possibile. In alcuni casi, agli inviati è stato spiegato come un leggero incremento di prestazioni (fino a 30 km/h circa) si possa ottenere semplicemente manomettendo i sensori del rilevatore della velocità, che risulterà così più bassa di quella effettiva, ingannando il limitatore. Per tutti questi tipi di interventi sono disponibili sul web, così cometutorial che spiegano le operazioni da effettuare possono essere cercati su YouTube.
Giova quindi ricordare come l’eliminazione del limitatore di velocità sulle e-bike sia del tutto illegale e comporti gravi conseguenze: oltre a pesanti multe, il sequestro della bicicletta, che viene equiparata a un ciclomotore, con relativo obbligo di targa, casco e patentino. Senza contare la perdita di garanzia sul mezzo e le possibili ricadute penali in caso d’incidente.
Haha me l’aspettavo.
È ovvio e naturale che se posso scegliere, prendo una Ebike invece che un ciclomotore 50 cc.
Non ho targhe, non ho bolli, non ho assicurazioni… Certo qualche limite, un po’ di fatica…. ma poco di più.
Ed è ovvio e naturale che se posso andare a 50 kmh andrò a 50 kmh. D’altra parte con una bici, per esempio una bici da corsa non è lo stesso? Un mio collega fa 35 KM al giorno con la Ebike casa-ufficio e ci mette neanche mezz’ora.
E io sto in Germania non “nella incivile ”
Qualunque tentativo di metterla in quel posto al cittadino verrà sistematicamente aggirato. Fatevene una ragione.