È allarme rosso sulla sicurezza stradale
di Giordano Biserni*
Non era mai accaduto. E se il capo della Polizia, prefetto Franco Gabrielli, in qualità di direttore generale della Pubblica Sicurezza dirama una circolare sulle “strategie di prevenzione e di contrasto per il contenimento del fenomeno infortunistico”, significa che la situazione è grave. ASAPS lo sta dicendo da mesi, da quando Istat e i vari dati di ogni fine-settimana confermano la tendenza all’aumento dei morti sulle strade italiane. Dati che non contengono ad esempio quelli delle Polizie Locali, che rilevano ormai il 65% dei sinistri.
I silenzi dei partiti
Una circolare che è diretta ai prefetti e che deve essere da monito anche in questa campagna elettorale che non ha speso una parola sulla sicurezza stradale, tema che non viene menzionato in nessun dibattito e che non crea allarme sociale. I dati contenuti nella circolare dovrebbero mettere in allarme la classe dirigente, dovrebbero far scuotere le coscienze, e magari produrre un movimento a livello sociale senza eguali, visti gli importanti risultati ottenuti dopo l’introduzione della patente a punti.
Salgono le vittime
Aumentano i morti sulle autostrade e sulla viabilità ordinaria, nelle città tornano i “pirati” stradali che ammazzano cittadini inermi. Quando il prefetto Gabrielli scrive di “forte preoccupazione”, parla lo stesso linguaggio dell’ASAPS, che ha lanciato un appello a promuovere da subito azioni sinergiche per fermare questa “tonnara”, tramite gli interventi dei prefetti. Occorre certamente una puntuale mappatura dei sinistri stradali provincia per provincia, serve sicuramente analizzare ogni causa, magari se qualcuno avesse introdotto norme più stringenti sull’uso del cellulare alla guida lo avremmo anche ringraziato. Ma occorre prevenire e contrastare, seguendo anche le direttive del ministro dell’Interno, Marco Minniti, pubblicate la scorsa estate, quando l’allarme era già stato lanciato. Si sono persi mesi, e soprattutto, tante vite umane, e “un coordinamento e una pianificazione di impiego di tutte le risorse disponibili sul territorio” potrà forse iniziare a fermare il trend preoccupante di questo inizio di 2018. Vanno bene anche nuove strategie di comunicazione (e anche qui ASAPS lo ha già fatto con la campagna in onda su Rai-Isoradio), ma servono divise, divise e divise sulle strade italiane, prima che non sia troppo tardi e che il numero di decessi torni drammaticamente ad un’epoca che pensavamo fosse solo un lontano ricordo.
*Presidente ASAPS