DS 7 Crossback e l’armonia degli interni
di Piero Evangelisti
DS 7 Crossback è un Suv molto speciale, per più ragioni. Innanzitutto è il primo modello progettato interamente dal “giovane” marchio DS e, in secondo luogo, perché nel suo sviluppo è stato seguito un percorso che si potrebbe definire, in alcune fasi, “antico”, mettendo assieme il meglio dell’artigianato francese e le più moderne tecniche industriali. Fine ultimo la realizzazione di una vettura che esprimesse un’armonia ideale fra esterni e interni. Decisi i colori della carrozzeria sono stati disegnati quattro ambienti: Bastille, Performance, Rivoli e Opéra.
Bastille presenta dettagli cromati sugli elementi esterni, griglia della calandra e deflettore nero, ma anche finiture interne in una tinta bronzo ottenuta attraverso un processo originale denominato topage, sedili in tessuto bronzo, volante multifunzione in pelle pieno fiore, decorazioni della console centrale a lavorazione guilloché.
Performance Line coniuga invece sportività ed eleganza con i particolari esterni cromati e neri e i cerchi specifici da 19 pollici. All’interno, il volante tronco in Alcantara, i rivestimenti in Alcantara, i tappetini Performance Line e la pedaliera in alluminio conferiscono un ulteriore tocco di sportività.
Rivoli offre per DS 7 Crossback profili esterni cromati, ma anche comandi sotto al display centrale con inserti in cristallo, inserti della console centrale in alluminio a lavorazione guilloché e sedili elettrici rivestiti in pelle goffrata.
Infine Opéra, sempre ispirata a un luogo simbolo della Capitale francese, con badge specifici e dettagli cromati all’esterno, rivestimenti in pelle Nappa, plancia e pannelli delle porte con effetto patinato e impunture “point perle”.
Artigiani al servizio dell’industria
Per definire i materiali e i colori che propone oggi DS 7 Crossback, il costruttore francese ha chiesto aiuto a degli esperti, come i Meilleurs Ouvriers de France per i rivestimenti in pelle e a designer dagli stili più diversi tra cui architetti di interni, esperti del colore, ingegneri. Ogni dettaglio esterno o interno è stato studiato con grande cura, per garantire al futuro proprietario del nuovo Suv d’Oltralpe un veicolo assolutamente completo.
“I materiali vengono selezionati tenendo conto del posizionamento della vettura, del target di clientela e dell’ambiente interno che si vuole creare”, dichiara Sabine Le Masson Pannetrat, responsabile della divisione Design Colori e Materiali di DS.” All’inizio ci poniamo pochi limiti, nonostante delle specifiche tecniche da rispettare, perché l’idea è proprio quella di superare i limiti. I materiali selezionati dai designer vengono poi testati dal reparto tecnico, che ne verifica la resistenza alla luce o all’abrasione”. L’abitacolo di DS 7 Crossback propone diverse esclusive, come ad esempio il “point perle”, un’impuntura decorativa che crea piccoli punti a forma di perla sulla plancia e sui pannelli delle porte.
La convalida tecnica (test di resistenza allo sfregamento e all’abrasione) ha richiesto oltre 4 anni di lavoro ai team DD e ai fornitori di equipaggiamenti, secondo un processo attualmente unico nel mondo dell’auto. Anche la finitura in legno è unica nel suo genere, con una superficie coperta decisamente superiore a quella di altre auto.
La tecnica “guilloché”
Un’altra abilità messa in campo da DS é la lavorazione guilloché. Questa antica lavorazione, che risale addirittura al XVI secolo, consiste nel decorare la superficie di un materiale creando delle linee che si intersecano. Questa tecnica, generalmente riservata per la sua complessità agli orologi di alta gamma, grazie a DS è arrivata anche nel mondo dell’auto. Ad esempio, a bordo dell’ispirazione DS Opéra, è possibile ammirare l’alluminio guilloché “clous de Paris”, decorazione che consiste nel riprodurre piccoli chiodi a testa piramidale, separati da un solco. In generale, la lavorazione “clous de Paris” ritorna in vari punti dell’abitacolo, per omogeneità di stile e grande raffinatezza.
Poche balle; ci dica come mai questa vettura NON ha alcun indicvatore della temperatura dell’acqua per cui, in caso di danno presunto, il cliente non può neppure controllare e fermarsi per tempo!
l’indicatore della temperatura era nelle auto anni ’60 -’70, poi si noso accoorti del costo alto di installazione ed anche ad alti livelli non lo installano, (almeno non su tutti) è questione di costi, se la temperatura sale chi guida non se ne accorge e si deve fermare dove è. Sono d’accordo bella fregatura !
Sono molti, molti di più gli elementi interessanti ed unici di questo gioiellino!