Dopo Covid-19: il riscatto dell’auto privata
Preparare la graduale ripartenza è soprattutto dover pensare, fin da ora, a come tutti noi, nessuno escluso, approcceremo il problema degli spostamenti. Il dopo Covid-19 lascerà ferite profonde, e tra queste ci sarà la paura del contatto diretto con gli altri e dei luoghi con tante persone. I mezzi pubblici sono tra questi: come si pensa di riorganizzare l’accesso del pubblico alle metropolitane, ai tram e ai bus, tanto per rimanere in città? Per non parlare dei treni utilizzati dai pendolari e dei pullman extra-urbani.
E ancora: condividere una macchina con gli altri, farà ancora tendenza, oltre a essere una comodità? E lo stesso vale per il car-pooling, i percorsi di un solo veicolo con più persone dirette allo stesso luogo. Anche taxisti e autisti avranno vita dura se non troveranno gli opportuni accorgimenti.
Ecco allora rispuntare l’importanza del mezzo privato, attaccato e accusato di essere il male di tutti i mali, perché si presume sia sempre sporco e cattivo. Per un po’ di tempo, le persone riterranno più opportuno utilizzare la propria macchina per gli spostamenti quotidiani, ma anche il proprio scooter o la bicicletta, complice la bella stagione.
Guardando alle grandi città, l’alternativa potrebbe essere la coda, come avviene oggi davanti ai supermercati, per accedere a una metropolitana si presume contingentata, muniti di mascherina, guanti e disinfettante. Sui treni del trasporto cittadino saranno previsti solo posti a sedere e, per quelli in piedi, ci sarà una limitazione? E poi c’è il car-sharing, di cui abbiamo accennato. La domanda più ricorrente: masiamo proprio sicuri che chi ha guidato prima di noi era in salute e non abbia starnutito o tossito nell’abitacolo? Se la gente deciderà per un certo periodo – e perché costretta da diffidenza e timori vari – a ricorrere per lo più alla propria auto, dovrà sottostare a limitazioni e pagamenti tipo Area B e C? E i parcheggi sulle strisce blu (a proposito, complimenti a chi ha avuto la brillante idea di ridurre drasticamente i posti macchina a Milano), soprattutto in certe zone, saranno ancora soggetti a tariffe da sanguisuga?
In alcune città si sta già ragionando su cosa fare, ma il problema – che esiste ed è tra quelli da affrontare con urgenza – non sembra, per ora, preoccupare più di tanto. «Si andrà inevitabilmente incontro a ossessioni anche negli spostamenti più comuni», avverte un’amica psicologa e psicoterapeuta. La realtà è che l’automobile privata ritroverà un ruolo centrale nella vita di tutti i giorni. Con l’auspicio che l’utilizzo sia proporzionato alle distanze e alle esigenze reali. Ecco perché chi sta al governo deve dar retta a chi chiede interventi di sostegno allo scopo di favorire la rottamazione dei mezzi più datati e inquinanti, a favore di veicoli moderni e rispettosi dell’ambiente. L’imprevisto è arrivato, si pensi per tempo alle soluzioni. A esempio, ove possibile, il consolidamento dello smart-working. Il rischio è il caos assoluto.