Disgrazia? No, ignoranza
Sono convinto che la stragrande maggioranza di chi guida considera ancora l’incidente stradale come “una disgrazia” e, inoltre, come un disgrazia che capita agli altri: il giovane si sente immortale, l’adulto si sente capace ed esperto, l’anziano si sente cauto e ricco di esperienza. Tutt’e tre si sentono naturalmente un po’ più furbi degli altri.
La realtà è ben diversa. Dall’inizio della motorizzazione di massa ad oggi, una sessantina d’anni, l’arco di tempo di un paio di generazioni, non c’è gruppo familiare in Italia che non abbia avuto al suo interno almeno uno dei circa 500.000 decessi accaduti sulle nostre strade. Da un punto di vista logico, è inconcepibile che in questi sessant’anni si siano verificati, per disgrazia, 500.000 morti e circa 12 milioni di feriti, da quelli che se la sono cavata con un mese di collare per il colpo di frusta a quelli che hanno passato il resto della vita in carrozzina. La disgrazia è un’altra cosa.
Sono convinto che la causa principale di questa carneficina (come altro chiamarla?) sia l’ignoranza, in particolare l’ignoranza di elementari leggi della fisica e l’ignoranza delle modalità con cui agisce e reagisce il nostro sistema psicofisico. Quale altro motivo se non l’ignoranza di chi guidava ha fatto sbandare il veicolo in una curva? O quale causa vera sta alla base di un incidente dovuto al colpo di sonno, provocato da una abbondante alimentazione, se non l’ignoranza del funzionamento del corpo umano ?
Se non percepiamo un pericolo, non abbiamo timori e diveniamo o superficiali o spavaldi. Ci fa paura pensare di cadere da una finestra del pianterreno, scherziamo come bambini su cornicioni di grattacieli.
Qui, in questo spazio dedicato alla mobilità, con commenti, divulgazioni e confronti, vorrei contribuire a far crescere l’attenzione sui rischi che ognuno di noi incontra quasi in continuazione per strada, quale che sia la sua condizione in quel momento, motociclista o automobilista o pedone.
(G.C.)
Dicembre 2016