Di Benedetto (Mazda): le rinascite nel Dna

di Roberta Pasero

È guardando nello specchietto retrovisore la storia, la sua storia, che è pronta a ripartire Mazda. È da Hiroshima, 1945, quando l’atomica sembrava aver frantumato per sempre il futuro. Trenta secondi di uno spot bastano a raccontare quel che accadrà domani. In Italia e in Mazda. “Ripartiamo proprio da un messaggio di speranza. Per dire che torneremo con la tenacia e il medesimo spirito della nostra azienda centenaria. E che supereremo questa sfida come Mazda ci riuscì 75 anni fa, quando aiutò a far risorgere la città di Hiroshima, trasformando la fabbrica in rifugi per i senzatetto e in ospedali, ricominciando a produrre dopo appena quattro mesi. Un miracolo che ha forgiato lo spirito di un’azienda che poggia su valori veri, sulla concretezza, sulla forza delle idee”, spiega Claudio Di Benedetto, direttore comunicazione di Mazda Motor Italia.

Ricominciate da uno spot emozionale che non parla di automobili.

“Quando tutto è cominciato stava partendo un’importante campagna pubblicitaria televisiva di prodotto, per CX-30. Ci siamo resi conto che non aveva più senso e che potevamo rinunciare agli spazi vanificando il nostro investimento, oppure utilizzarli al meglio. E’ nato questo spot quasi a costo zero che non soltanto racconta lo spirito di un brand, ma che ci ha consentito di essere accomunati ad alcuni brand premium che stanno comunicando con il nostro stesso tono di voce”.

Come influirà il Covid-19 sul futuro del mondo automotive e di Mazda?

“E’ arrivato per tutti il momento di sintonizzarci puntando su autenticità, concretezza, essenzialità delle cose, raccontandosi ai clienti per quello che siamo veramente. Per noi di Mazda l’ispirazione arriva da ciò che sta scritto sulla nostra fabbrica: la nostra missione è produrre auto per migliorare la qualità della vita dei nostri clienti e per migliorare la salvaguardia del pianeta che abitiamo””.

Come affronterete il pericolo recessione che rischia di affondare le industrie automobilistiche?

“Troppo presto per fare previsioni, perché il sistema economico vive su consumi, fatturati, volumi. La capacità di recuperare i danni che questo periodo si porterà appresso dipenderà molto anche dai governi dell’Italia e dell’Europa. Noi abbiamo già cominciato dall’anello della catena più fragile che sono i concessionari. Il nostro modello di business vive sulla rete commerciale e dunque stiamo dando aiuti concreti finanziari per sostenerli anche grazie alla nostra banca partner Santander”.

Mazda come adeguerà l’offerta commerciale?

“Le fabbriche non hanno chiuso e dunque la produzione sta andando avanti. Avendo una gamma che spazia da Mazda2 ai Suv medio grandi adegueremo la produzione il più velocemente possibile in base alle richieste del cliente e del mercato. Non tanto, dunque, proponendo sconti per vincere la concorrenza, ma cercando di capire le esigenze d’acquisto di clienti che scegliendo Mazda vogliono emozioni e piacere di guida”.

Da quale modello di auto ripartirete?

“Dal nuovo crossover MX-30, il nostro primo modello 100% elettrico. Lo stiamo già proponendo in prevendita online offrendo sino alla fine di aprile la launch edition allo stesso prezzo dell’entry level, comprensiva anche di una wall box intelligente con gestione dinamica del carico”.

Ma l’elettrico sul quale tutti i brand puntano sarà ancora la motorizzazione del futuro?

“Per Mazda è soltanto un’altra freccia nell’ arco. E’ una bella tecnologia che accosta e non sostituisce benzina, diesel e ibrido. Siamo i primi a dire attenzione, non è vero che l’auto elettrica non produce CO2, non è vero che salverà il pianeta, va utilizzata nel modo giusto. Chi afferma che è l’unica soluzione lo dice a fini commerciali, perché l’auto elettrica abbassa la media delle emissioni, però il pianeta non ringrazia”.

Automotive o no, come usciremo da queste lunghe settimane che hanno rivoluzionato le nostre vite?

“Più forti e consapevoli della nostra fragilità mascherata da 70 anni di benessere in cui eravamo convinti di essere invincibili e superuomini. Il Covid-19 ci ha fatto anche comprendere quanto i confini siano labili e che è la cultura a fare la differenza”.

Lei, appassionato di musica, a quale brano assimilerebbe questo periodo?

“A qualche composizione malinconica di Ciaikovskij, perché è una musica che ha in sé tanta sofferenza, ma anche una visione ottimistica del futuro. In questo periodo si ha voglia di volare con la fantasia al di là dei muri delle nostre case, come si riesce a fare ascoltando la musica d’avanguardia, il rock progressivo degli anni Settanta. E’ un periodo di sperimentazione e di improvvisazione come lo è il miglior jazz. Come Kind of blue, uno dei capolavori di Miles Davis, che a ogni ascolto regala nuove emozioni, altre sensazioni, che è il vero potere dell’arte. Quella che ci aiuterà a rinascere. E a ripartire tutti più forti di prima”.


Foto: Claudio Di Benedetto con, alla sua sinistra, Nobuhiro Yamamoto, storico progettista Mazda, e Tom Matano, designer della prima MX-5

 

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