di Francesco Fontana Giusti, experience teller
Perché siamo così tanto attratti da certi oggetti? Quali sensazioni, atmosfere e ricordi evocano in noi? Cosa ci comunicano oltre alla loro bellezza? Che relazione esiste tra la loro forma, colore, materiale, dimensione, funzione e i nostri bisogni quotidiani? La risposta a tutte queste domande è invisibile agli occhi, perché da sempre le emozioni sono la nostra “bussola interna” in grado di orientare i nostri stati d’animo, comportamenti e scelte di acquisto.
Progettare emozioni è lo scopo principale del design emozionale, metodologia che si sta progressivamente diffondendo in molteplici campi di applicazione, dall’architettura all’arredamento, dal web design al retail, fino all’automotive. Termine reso popolare da Donald Norman, nel 2004, il design emozionale nasce per rispondere a un’esigenza direi vitale per ogni essere umano, ossia “farci stare meglio”. Come afferma lo stesso studioso nel suo famoso saggio (“Emotional Design”), “gli oggetti piacevoli rendono contente le persone, le quali a loro volta tendono a pensare in maniera più creativa”.
A pensarci bene, è così per tutti noi. Ci sono oggetti o prodotti a cui siamo legati a prescindere dall’uso che ne facciamo. La mia prima bicicletta Bianchi rossa fiammante l’ho gelosamente custodita per oltre vent’anni nel box di mio padre e, ogni volta che andavo a trovarlo, facevo un salto giù in garage anche da lei. Solo il fatto di guardarla mi metteva allegria e spensieratezza!
Lo straordinario potere di emozionare che ha il design è indiscutibile, soprattutto quando si parla di mobilità. Il suo valore va oltre la forma e la funzione del prodotto, perché il design delle emozioni non riguarda semplicemente l’estetica o la forma, ma l’anima racchiusa all’interno di un determinato veicolo e la sua capacità di dialogare, emozionare e stringere relazione con le persone.
Eppure, troppo spesso, soprattutto nel marketing, si utilizza questo termine per esprimere esclusivamente il carattere estetico di un’auto, senza invece parlare della sua anima e raccontare il processo che ha dato vita a quel particolare modello. Il Design è proprio questo. È l’attimo in cui tutto ha inizio. È quella scintilla che mette in moto l’idea e che accende il progetto di emozionalità, bellezza, armonia e innovazione.
I più famosi Car Designer Italiani, come ad esempio Sergio Pininfarina, Giugiaro e Scaglione sono riusciti a trovare quell’equilibrio perfetto tra emozione e funzione, bellezza e tecnologia, tradizione e modernità. La loro grandezza è racchiusa nella capacità di essere prima che designer, dei veri scultori dell’auto, in grado di immergersi nei colori, nelle geometrie, nei materiali e nelle nuove tecnologie, plasmando autentici capolavori di design automobilistico. Icone senza tempo, capaci di far viaggiare i cuori di intere generazioni.
Il design delle emozioni oggi rappresenta il mezzo fondamentale per immaginare e progettare la mobilità del futuro, per rivoluzionare l’esperienza dell’utente e soprattutto per arricchirla di valore e unicità. Una grandissima sfida che percorre l’intero comparto auto che in questi ultimi anni si trova a dover rispondere in modo innovativo alla forte spinta al rinnovamento che sta avvenendo in tutti i principali settori dell’industria. In un mercato troppo spesso dominato da prodotti molto simili tra loro, per caratteristiche tecniche, tecnologie ed estetica, il design delle emozioni, forse, salverà il mondo.