Dentro i costi sociali degli incidenti
di Gianfranco Chierchini
I costi sociali degli incidenti stradali sono composti dalla somma di numerose voci: la perdita di produttività della persona coinvolta, la sofferenza fisica ed affettiva derivante dall’incidente, i danni al veicolo ed alle infrastrutture, i costi delle Forze dell’Ordine e dei servizi di emergenza che devono intervenire.
Alla luce di queste voci, il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture ha valutato nel 2013 il costo medio delle tre conseguenze di un incidente stradale, qui riprese con lievi arrotondamenti: per ciascun decesso, 504.000 euro; per ciascun ferito, 220 euro; per ciascun incidente con danni alle persone, 11.000 euro, con il risultato che il costo sociale annuo per ciascuno dei tre anni tra il 2013 ed il 2015 si è aggirato attorno ai 17,5 miliardi di euro. Se a questi volessimo poi aggiungere i costi derivanti da incidenti stradali che non coinvolgono le persone, ma soltanto le “cose” (veicoli, infrastrutture, ecc.), stime abbastanza affidabili del mondo assicurativo parlano di altri 6,4 miliardi di euro annui. Insomma il Paese Italia “spreca” ogni anno, in questi ultimi anni, una cifra attorno a 24 miliardi di euro.
Il capitolo costi sanitari
Di questi costi complessivi, una voce importante per la valenza umana che rappresenta è quella relativa ai costi sanitari, suddivisibili in due grandi categorie: una prima relativa al primo soccorso ed alle prestazioni del Pronto Soccorso e una seconda relativa alle degenze ed alle cure nelle strutture ospedaliere.Recentemente, il Centro Regionale di Governo e Monitoraggio della sicurezza stradale di Regione Lombardia, avvalendosi della propria società Eupolis, ha analizzato i costi sanitari degli incidenti stradali accaduti sino al 2015 nella regione e se ne dà qui una sintesi per i valori economici che emergono ma ancor più per la metodologia impiegata, riproducibile anche in altre realtà.
Il caso Lombardia
A fronte di un costo sociale complessivo nel 2015 di quasi tre miliardi di euro, per l’esattezza 2.987 milioni, (cifra da confrontare con i 17,5 miliardi della spesa nazionale), la Regione Lombardia ha avuto un costo sanitario di 47,2 milioni, di cui quasi 13 per interventi di Pronto Soccorso (dalla spesa per autoambulanze o elicotteri, alle spese dei reparti di Pronto Soccorso) e poco più di 34 per le degenze ospedaliere, con le relative cure. La documentazione prodotta e consultabile con facilità sul sito di Regione, è molto analitica e in questa sede mi limito solo ad alcuni spunti, tutti relativi al 2015: il costo medio delle cure alle persone trasportate al Pronto Soccorso in codice verde è stato di 110 euro, di 281 in codice giallo, di 689 in codice rosso; la durata media di ciascuno dei 7.210 ricoveri ospedalieri è stata di 8,6 giorni; il costo medio delle degenze per la gran parte delle fasce d’età (dai 15 ai 59 anni) è stato di 1.616.000 euro, mentre per le fasce tra i 65 e gli 89 anni il costo è quasi raddoppiato, salendo a 3.603.000 euro ed il 42% dell’intera spesa per le degenze ricade su questa fascia d’età anziana.
Ci vuole più prevenzione
La riflessione di fondo è che in questi ultimi quindici anni, grazie alla diminuzione dei decessi e dei sinistri con danni alle persone, la spesa sanitaria per gli incidenti stradali è stata quasi dimezzata in Italia e più che dimezzata in Lombardia. Le cifre in gioco sono molto considerevoli ed uno sforzo economico in “buona divulgazione”, in prevenzione ed in controlli più estesi produrrebbe risultati economicamente rilevanti ma ancor più rilevanti per il benessere nel senso etimologico del termine della popolazione. La strada non è in discesa, ma non ci sono scorciatoie.