La seconda delle sei missioni del Recovery Plan è dedicata a “Rivoluzione verde e Transizione Ecologica”.Questa missione è a sua volta suddivisa in 4 componenti, la seconda delle quali è “Energia rinnovabile, idrogeno e mobilità sostenibile”. A questa componente sono dedicati circa 18 miliardi di euro dei circa 222 del Recovery Plan e 2 miliardi sono allocati specificamente all’idrogeno. Ecco una serie di domande ad Anoushka Alexandre, Senior Manager di Deloitte
Il cammino verso la decarbonizzazione passa anche dall’idrogeno, Anoushka è davvero possibile utilizzare l’idrogeno come fonte energetica?
“L’idrogeno è un vettore energetico, ciò significa che a differenza delle fonti primarie di energia (solare, eolica, vento e geotermico per esempio), può essere convertito e utilizzato in un secondo momento. Esistono principalmente due modi per produrre idrogeno: Steam Reforming, processo di produzione dell’idrogeno a partire dal metano;
Elettrolisi, che prevede l’utilizzo di energia elettrica e acqua ed il cui risultato è la produzione di idrogeno e ossigeno. Nel caso in cui l’energia elettrica venga prodotta solo tramite fonti rinnovabili è possibile considerare l’impatto dell’idrogeno sull’ambiente bassissimo”.
Stiamo assistendo a una crescita esponenziale di attenzione verso l’idrogeno, come mai?
“L’interesse verso l’idrogeno è aumentato per una serie di motivi. Eccolo. Il suo potenziale di riduzione del carbonio. Ha un elevato contenuto energetico per unità di massa e non produce nessuna emissione di carbonio all’uso finale. La sua versatilità. Può essere prodotto in modi diversi. Può essere immagazzinato in grandi quantità e per lunghi periodi di tempo, trasportato e utilizzato in diverse applicazioni. Il suo contributo a sostenere la transizione verso un futuro più verde in quei settori industriali dove le emissioni di gas serra sono difficili da decarbonizzare e laddove l’elettrificazione non rappresenta un’opzione efficace ed efficiente. Costituiscono esempi i settori del Trasporto aereo e marittimo e il settore Chimico. L’idrogeno ha la capacità di aumentare la flessibilità del sistema energetico e integrare livelli più elevati di energia rinnovabile nel sistema energetico. L’idrogeno generato dalle rinnovabili può fungere da mezzo di accumulo di elettricità rinnovabile a basso costo e in eccesso, supportando così la stabilità e la flessibilità del sistema. I Governi e gli attori industriali a livello mondiale riconoscono sempre più il contributo fondamentale dell’idrogeno alla decarbonizzazione e il suo ruolo a sostegno degli obiettivi internazionali in materia di clima ed energia sostenibile”.
Quali problemi ci sono nell’uso dell’idrogeno su larga scala?
“Raggiungere l’obiettivo di net-zero entro il 2050 sarà una sfida. Come detto, l’idrogeno può dare certamente un contributo sostanziale, ma necessita di investimenti e sostegno politico per stabilire la domanda, aumentare la scala di diffusione e ridurre i costi. A esempio le politiche sostenute da adeguati strumenti di regolamentazione e di incentivazione sono alla base dell’economia verde dell’idrogeno e sono un imperativo a breve e medio termine per stabilirne le condizioni per il successo e per accelerarne la diffusione. Molto importante, inoltre, sarà accelerare in modo deciso l’avanzamento tecnologico lungo l’intera value chain dell’idrogeno: dalla produzione alla conversione, dallo stoccaggio alla distribuzione. Entro il 2050, considerando economie di scala e di apprendimento, si prevede una forte riduzione dei costi che porterà le soluzioni green a diventare l’alternativa più economica”.
Deloitte sta per lanciare questa settimana l’iniziativa “Green Hydrogen Tech Accelerator”, in cosa consiste?
“Grandi sfide richiedono un maggiore coordinamento e collaborazione tra diverse parti interessate al fine di evitare la duplicazione degli sforzi e garantire progressi efficienti. Proprio la cooperazione è infatti alla base della iniziativa “Green Hydrogen Tech Accelerator” di Deloitte, un programma di Open Innovation che permetterà alle principali aziende in Italia e alle startup/scaleup più promettenti a livello internazionale, di interagire e lavorare insieme per innovare il settore dell’idrogeno verde lungo la filiera. Si è inizieto da un’accurata fase di scouting, lanciata il 3 marzo, mirata all’individuazione delle soluzioni innovative che meglio risponderanno alle esigenze delle aziende partner dell’iniziativa”.
Anoushka, che consiglio darebbe a uno studente che volesse intraprendere il suo percorso professionale?
“Indipendentemente dal percorso che ognuno di noi intende perseguire (professionale e non), gli unici consigli che mi sento di poter dare sono: curiosità, preparazione e flessibilità. La curiosità conduce a nuove esperienze, persone, prospettive e luoghi che potranno rendere il nostro percorso straordinario. Prefiggersi degli obiettivi che diventeranno una sorta di stella polare e che alimenteremo con la preparazione, ma avere anche la flessibilità di poterli rimodulare nel tempo”.