Deduzioni forfettarie: autotrasportatori nel limbo

di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere

Siamo al paradosso. Le associazioni di categoria che un tempo rappresentavano gli iscritti e nello specifico gli autotrasportatori, inviano viceversa note ufficiali per complimentarsi col Governo sul tema delle deduzioni forfettarie, quando in realtà a ridosso della scadenza per la presentazione delle dichiarazioni dei redditi il Governo stesso non ha ancora sbloccato nulla.

È un triste gioco dell’autodifesa del governo attraverso le associazioni “amiche” quello che il settore dell’autotrasporto sta assistendo. Il ministro Paola De Micheli non ha ancora emanato il provvedimento e per difendere il proprio ritardo e le proprie lacune e ottiene il plauso di Cna Trasporti e Confartigianato per intenti solo dichiarati e per qualcosa che ancora non ha fatto.

La verità è che giovedì prossimo 20 agosto scade il termine per il versamento delle imposte relative alla dichiarazioni dei redditi 2019, pertanto se anche il provvedimento ufficiale dell’Agenzia delle Entrate per rendere operative le deduzioni uscisse ora, imprenditori artigiani del settore avrebbero pochissimo tempo per predisporre i conteggi e conoscere l’importo complessivo delle deduzioni loro spettanti.

Ricordiamo che si tratta di deduzioni e crediti d’imposta essenzialmente legati al recupero forfettario delle spese sostenute dagli autotrasportatori per le trasferte in relazione ai trasporti personalmente effettuati dall’imprenditore, titolare di ditta individuale, o dai singoli soci di società di persone. E’ un beneficio essenziale per la sopravvivenza di migliaia d’imprese artigiane che subiscono, quotidianamente, concorrenza sleale e dumping sociale da parte di aziende di altri Paesi, principalmente dell’Est Europa, ma anche di società italiane che hanno da tempo delocalizzato sfruttando l’opportunità di costi decisamente più bassi (costo del lavoro, carburante, assicurazioni, pedaggi, pressione fiscale). Il tutto in un periodo storico di drammatica congiuntura economica”.

A questo punto, la speranza è che si arrivi a una proroga, ovviamente senza sanzioni assurde, che consenta di compensare i colpevoli ritardi del ministro. Sull’atteggiamento deferente e succube delle associazioni dell’autotrasporto, ormai non vi è più nulla da dire, solo l’ennesima conferma della loro inutilità e del modo colpevole con cui hanno abdicato al loro fondamentale ruolo di rappresentanza. Gli autotrasportatori non sono ingenui e hanno capito perfettamente il triste gioco.

Questi imprenditori, in prima fila per offrire servizi essenziali anche durante i mesi di lockdown, non meritano di essere rappresentati da chi plaude strumentalmente un ministro che per incapacità o disattenzione li sta mettendo in enorme difficoltà

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