Dato di fatto: l’economia accelera, l’auto frena
di Gian Primo Quagliano, presidente del Centro studi Promotor
Ancora un risultato negativo per il mercato automobilistico italiano. In luglio sono state immatricolate 110.292 autovetture con un calo sul livello ante-crisi del 2019 del 28,1%, mentre il consuntivo gennaio-luglio mette in evidenza una contrazione sul livello ante-crisi del 2019 del 19,5%. Il dato di luglio è particolarmente negativo sia per la fine dell’effetto degli incentivi prenotabili fino all’8 aprile, sia per l’attesa dei nuovi incentivi appena entrati in vigore. Questi incentivi eviteranno il crollo della domanda di autovetture che aveva cominciato a manifestarsi proprio in luglio e che in mancanza di interventi poteva essere drammatico nell’ultima parte dell’anno.
Con gli incentivi in vigore, secondo le stime del Centro Studi Promotor, il mercato italiano dell’auto potrebbe chiudere il 2021 sostanzialmente in linea con il risultato del primo semestre e quindi a quota 1.566.000 immatricolazioni per l’intero anno con un calo sul 2019 del 18,3%. E’ del tutto evidente che l’andamento dell’auto è in netto contrasto con quello del prodotto interno lordo che, secondo le previsioni dell’Istat, nell’intero 2021 accuserà una contrazione sul dato del 2019 del 4,6%.
Gli incentivi proposti dal Parlamento e approvati dal Governo hanno contenuto l’effetto negativo sulle vendite di autovetture, ma resta dunque un forte divario tra il recupero dell’economia in generale, che procede in maniera accelerata, e quello del settore dell’auto, che è ancora in gravissime difficoltà nonostante gli incentivi. Secondo il Centro Studi Promotor, per il settore dell’auto, impegnato nella difficile transizione verso l’auto elettrica, occorre una politica di lungo respiro basata sull’introduzione di incentivi permanenti con interventi a rotazione articolati in incentivi semestrali per le diverse categorie di autovetture.
Da una domanda speciale posta dal Centro Studi Promotor con l’inchiesta congiunturale mensile sui concessionari, condotta a fine luglio, emerge che tra i provvedimenti da adottare per rilanciare il settore dell’auto e la transizione all’elettrico l’adozione di incentivi permanenti è una misura seconda soltanto alla detrazione integrale dell’Iva per uniformare la normativa alle regole dell’Unione Europea.
Ovviamente la materia è complessa e necessità degli approfondimenti che possono scaturire da una consultazione permanente tra Governo, Parlamento e parti in causa. Quello che occorre in questa fase di rilancio epocale dell’economia italiana è che emerga una precisa volontà di raggiungere gli obiettivi imposti dall’Unione Europea in materia di mobilità avviando un processo che consenta di ottenere i risultati voluti con il coinvolgimento dell’intera collettività anche in termini di costi oltre che di benefici.