Da lobby auto a lobby mobilità, la rivoluzione parte dagli Usa
Il mondo dell’auto è oggetto di una trasformazione epocale. I servizi per la mobilità assumono sempre maggiore importanza e spazio nelle pianificazioni dei costruttori. Ma anche l’approccio del settore, nel suo insieme, a questa nuova era, impone un cambiamento del modo con cui porsi e affrontare i problemi. Negli Usa, in proposito, è stato presentato il gruppo Future of Mobility Commission (Fmc). È una nuova lobby il cui compito sarà quello di affrontare i temi cruciali della mobilità di domani: trasporti, ruolo dei veicoli a guida autonoma ed elettrici.
Questo organismo è nato con lo scopo di sollecitare risposte normative da parte delle amministrazioni pubbliche. Ne fanno parte l’ex ad di Ford, Jim Hackett; Thierry Mallet, ad di Transdev Group, realtà che assicura, ogni giorno, il trasporto di 11 milioni di persone in 18 Paesi; e Jared Cohon, presidente emerito della Carnegie Mellon University di Pittsburgh, in Pennsylvania. Hanno aderito all’inizitiva anche Richard Kramer, ad di GoodYear; Fred Smith, ad di FedEx; Steven Mollenkopf, ad di Qualcomm; e il coo di Hyundai, José Munoz. A questi nomi se ne aggiungeranno altri.
Nel frattempo, questa Commissione si è già proposta di raccomandare, nel 2022, «un quadro normativo per i mercati Usa, europeo e asiatico post 2025 che rifletta e faciliti la trasformazione tecnologica in atto». In pratica, si tratta di un autorevole gruppo lobbistico allargato a diversi settori, incluse – al momento – le tlc, i trasporti in senso lato, le università e i servizi di spedizione.
La nascita di Fmc darà il via a una rivoluzione in termini di rappresentanza del settore automotive? È probabile. La presenza di più interessi in un unico soggetto con denominatore comune la mobilità di domani potrebbe indurre le varie organizzazioni lobbistiche a ripensare i rispettivi modelli, favorendo così il dialogo tra più realtà che, se unite (in Italia, Unrae, Anfia e Federauto potrebbero fare il primo passo, aprendo poi ad altri soggetti), garantirebbero un impulso decisivo alle tante istanze aperte e uno sviluppo del sistema dei trasporti più consapevole.