Da automotive a mobility, l’evoluzione della qualità nell’auto

Si è svolto il convegno “Da Automotive a Mobility – L’evoluzione della Qualità nell’auto”, organizzato da Anfia Service per raccontare come l’ormai diffuso paradigma di Industria 4.0 e le trasformazioni che stanno investendo il settore automotive – dall’elettrificazione e digitalizzazione degli autoveicoli, alle nuove forme di mobilità condivisa e on demand – invitino a ripensare i sistemi di gestione della Qualità delle imprese. I lavori si sono aperti con i saluti e l’overview sull’industria automotive in Italia di Paolo Scudieri, Presidente di Anfia. “La nostra industria si trova ad affrontare sfide complesse in tempi rapidi e in un contesto reso più incerto dal rallentamento dell’economia europea e internazionale, dalla frenata della domanda e della produzione di auto, nel nostro Paese in calo dagli ultimi mesi del 2018 a oggi la prima e da dicembre 2017 la seconda, e da uno scenario geopolitico e commerciale instabile, tutti motivi che rendono quanto mai necessaria una politica industriale seria che la accompagni, evitando misure inefficaci come il Bonus-Malus. L’auto ha cambiato pelle molte volte nella sua storia. Ora sta andando nella direzione dei servizi e presto si dividerà tra auto e autoidi. Questa e altre trasformazioni richiedono grandi capitali da investire per le aziende, ma anche sperimentazioni concrete sulle nuove tecnologie del veicolo connesso e autonomo, come accadrà per il Borgo 4.0, progetto sostenuto da Anfia in Campania, dove la Regione ha stanziato 50 milioni di Euro”.

A seguire, Marco Mantoan, ad di Anfia Service, ha parlato della futura evoluzione dell’IATF, l’International Automotive Task Force di cui Anfia è uno dei membri fondatori e che ha la mission di creare un sistema qualità avanzato per i fornitori dei Car Makers, che acceleri la crescita dei sistemi qualità worldwide, riduca gli audit, i costi e le prescrizioni ridondanti, e promuova una gestione snella ed efficace dello schema di certificazione grazie alla capillare attività di controllo degli uffici Oversight, responsabili della sua corretta applicazione nelle organizzazioni e negli enti di certificazione. Evoluzione che riguarda, quindi, anche la IATF 16949, normativa per i sistemi di certificazione Qualità dell’automotive, erede dell’ISO-TS 16949.

“In un mondo futuro cambiano anche le parole dell’industria – ha dichiarato Mantoan – il progresso non è lineare e interessa sia il prodotto che il processo. Dove andrà il mondo dell’industria meccanica, della plastica, della gomma? Verso una riconversione. Si sta modificando il DNA dell’industria automotive e dei suoi attori, in vista dell’elettrificazione e della digitalizzazione dell’autoveicolo. Anche la rete di fornitura diventa meno lineare, i clienti cambiano e la filiera automotive segue i trend, una filiera alta qualitativamente, innovativa, veloce, in linea con le alte performance richieste dal mondo dell’auto”.

Nel successivo intervento, a due voci, Giovanni De Santis e Giorgio Belladonna, Fca Group Purchasing Business Process, hanno sottolineato come la classificazione e la gestione dei rischi legati a nuovi fornitori, processi, tecnologie, siano attività centrali in questo momento, mirate a individuare una metodologia unica, globale per tutte le aree in cui Fca è presente. Ogni componente e fornitore è inserito in una matrice di rischio sempre aggiornata fin dal pre-sourcing. Gli strumenti di valutazione dei rischi stanno evolvendo in termini di tracciatura dello sviluppo componente, in linea con l’emergere di nuovi prodotti e tecnologie di prodotto. Il Supplier Integration Management è un metodo nuovo adottato negli ultimi anni per rendere il cliente e suoi fornitori un gruppo unico che lavora in sinergia su tematiche specifiche come manutenzione, logistica, formazione delle persone. Questo metodo garantisce che gli standard richiesti dal costruttore siano seguiti nei processi produttivi dei fornitori, facilitando e supportando questi ultimi nella fase di sviluppo dei processi produttivi stessi.

Sulla relazione tra sistemi di gestione della Qualità automotive e Industria 4.0, si è invece concentrato l’intervento di Francesco Aggogeri, docente dell’Università degli Studi di Brescia. Dalla sua analisi è emerso che IATF 16949 e Industria 4.0 possono favorirsi e sostenersi a vicenda. Un’azienda che adotta il sistema IATF 16949 è infatti favorita nello sviluppo del modello 4.0 (approccio per processi, focalizzazione sul cliente, analisi del rischio preventiva, etc.) e, viceversa, l’impresa 4.0 è strutturata per sostenere in modo più efficace il sistema di gestione per la Qualità (raccolta e gestione dei dati, identificazione cause dei problemi, adattabilità, etc.). L’integrazione tra i due modelli deve tuttavia essere graduale e la struttura aziendale – intesa come capitale umano – rappresenta il punto focale per sviluppare il modello 4.0, aspetto centrale nell’IATF 16949. Modello che va oltre la digitalizzazione: si applica alla raccolta dati, la loro trasformazione in informazioni e comprensione dell’evoluzione del fenomeno rilevato, il tutto in real time. I benefici attesi dal modello 4.0 sono quindi molteplici – riguardano aspetti quali flessibilità, velocità, produttività, qualità e competitività del prodotto – così come sono molteplici le tecnologie abilitanti, dai robot collaborativi all’augmented reality, dalla cyber security all’additive manufacturing.

Infine, Giorgio Elefante, Automotive Leader PwC Italia, ha delineato gli scenari futuri della mobilità in questa fase di cambiamenti rapidi, radicali e non reversibili. In particolare, le trasformazioni del settore automotive riguarderanno nuovi prodotti, nuovi sistemi di produzione e nuove modalità di fruizione, e saranno caratterizzate da una preponderante presenza del digitale. Secondo le previsioni di PwC, entro il 2022 il 100% delle nuove auto in USA, Europa e Cina sarà “connessa” e dal 2025 ci sarà una forte accelerazione dell’elettrificazione, grazie all’adeguamento dei prezzi e delle infrastrutture di ricarica. Inoltre, si stima che dal 2028 lo sviluppo tecnologico permetterà di raggiungere i livelli 4 e 5 di automazione – ovvero High e Full Automation – che porterà a innovazioni quali i “robot taxis”, in vista di una mobilità sempre più on-demand, intermodale, condivisa e asset-free. La velocità del cambiamento dipenderà, almeno in parte, dalla politica dal momento che l’e-mobility richiede infrastrutture, così come la mobilità autonoma, oltre che sperimentazione e regolazione. L’innovazione praticabile è una convergenza di interessi.

 

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