di Paolo Scudieri, presidente di Anfia
A febbraio, il mercato auto europeo continua a calare (-5,4%), per l’ottavo mese consecutivo. Si tratta del peggior febbraio in termini di volumi da quando Acea effettua la rilevazione. Guardando ai cinque major market (compreso Uk), Italia e Francia registrano cali a doppia cifra, rispettivamente -22,6% e -13%, mentre riportano una crescita Regno Unito (+15%), Spagna (+6,6%) e Germania (+3,2%). Complessivamente, questi cinque mercati registrano una contrazione (-5,5%) in linea con la media del mercato e rappresentano il 68,1% del totale immatricolato a febbraio.
A pesare sui risultati negativi del mercato, oltre alla crisi delle materie prime, della logistica e alla crisi energetica, sono gli impatti del drammatico conflitto Russia-Ucraina sulla catena di approvvigionamento. Gran parte dei cablaggi per l’automotive in Europa, infatti, sono prodotti in Ucraina e l’interruzione di queste forniture sta comportando il rallentamento e la chiusura temporanea degli impianti di alcuni costruttori di autoveicoli.
Analogamente, lo stop alla produzione del gas neon sul territorio ucraino, aggrava ulteriormente la crisi dei semiconduttori ancora in corso e quello alla produzione di nikel si ripercuote negativamente sulla filiera delle batterie. Non si può non tenere conto di questo tipo di turbolenze geopolitiche nell’analisi dei rischi sulla filiera dell’auto ed è chiara la necessità di elaborare strategie di medio termine – come ragionare su filiere più corte o internalizzare la produzione di determinati componenti – per prevenire brusche interruzioni nelle forniture e conseguenti danni alla produzione e alle vendite.
Sul fronte italiano, il marcato calo delle immatricolazioni nel mese è in buona parte dovuto all’attesa dell’attuazione delle misure di sostegno alla domanda annunciate dal DL Energia, insieme alle quali è urgente definire anche le misure di politica industriale che da tempo la filiera attende per affrontare la transizione energetica.