di Pierluigi Bonora
Eccoci con Michele Crisci, presidente di Unrae, a commentare questo finale d’anno amaro per il settore automotive italiano, tra polemiche, questioni tutt’altro che risolte, mancanza di un piano di accompagnamento relativo alla transizione energetica, infrastrutture di ricarica insufficienti, continue contraddizioni e altro ancora. Come ciliegina è arrivata, poi, la recente indicazione del Cite, Comitato interministeriale per la transizione ecologica, che di fatto sposa la linea espressa dall’Ue: addio ai motori endotermici dal 2035, ok ovviamente all’elettrico, ma anche ai biocarburanti e all’idrogeno. E anche in questo caso senza spiegare come raggiungere questi obiettivi.
“Il tutto senza una programmazione seria – afferma Crisci -: è un momento non facile; il ruolo di presidente di Unrae, comunque, mi continua a portare alla scoperta del mondo variegato che è quello dell’automotive, delle sue problematiche e di quante risposte le attuali tecnologie sono in grado di offrire“.
Crisci ribadisce anche l’unità d’intenti tra le associazioni della filiera e il dialogo continuo anche con Motus-E, la potente lobby dell’elettrico: “Con Motus-E – spiega – molti i punti in comune, anche se non mancano delle divergenze”.