Corte dei Conti Ue: colonnine insufficienti, ci vuole un piano

Si fa presto a dire Green Deal. Secondo un rapporto della Corte dei Conti europea, l‘Ue è tuttora molto lontana dal raggiungere l’obiettivo di avere un milione di punti di ricarica entro il 2025 e “non dispone di una tabella di marcia strategica generale per la mobilità elettrica”. Nonostante alcuni “successi”, quali la promozione di uno standard comune Ue per i connettori di ricarica dei veicoli elettrici, e il migliorato accesso alle diverse reti di ricarica, permangono ostacoli agli spostamenti con veicoli elettrici nell’Ue.

Gli auditor della Corte hanno rilevato che la disponibilità di stazioni di ricarica accessibili al pubblico “varia notevolmente da Paese a Paese”, che i sistemi di pagamento “non sono armonizzati” e che “non sono disponibili informazioni in tempo reale” per gli utilizzatori. Nel 2020, nonostante il generale calo delle immatricolazioni di nuovi veicoli dovuto alla pandemia di Covid-19, ricorda la Corte, il segmento dei veicoli elettrici e ibridi ricaricabili ha visto crescere considerevolmente la propria quota di mercato. Le reti di ricarica, tuttavia, non si stanno sviluppando allo stesso ritmo.


“La mobilità elettrica necessita di un numero sufficiente di infrastrutture di ricarica. Ma affinché tali infrastrutture siano costruite, è necessario che ci siano maggiori certezze circa la diffusione dei veicoli elettrici“, dichiara Ladislav Balko, il membro della Corte responsabile della relazione.
“Lo scorso anno – continua – un’autovettura ogni dieci vendute nell’Ue era ricaricabile elettricamente, ma le infrastrutture di ricarica non sono accessibili in modo uniforme nell’Ue. La Corte ritiene che la Commissione dovrebbe fare di più per sostenere una copertura della rete in tutta l’Ue e garantire che i fondi Ue vadano là dove sono maggiormente necessari“.

L’Unione sostiene gli Stati membri nella realizzazione di infrastrutture di ricarica elettrica mediante strumenti di intervento, coordinamento e finanziamenti. Secondo la Corte, non è stata realizzata un’analisi completa del deficit infrastrutturale, che stabilisse quante stazioni di ricarica accessibili al pubblico fossero necessarie, dove avrebbero dovuto essere situate e quale potenza avrebbero dovuto erogare.
Per i magistrati contabili, i finanziamenti forniti mediante il meccanismo per collegare l’Europa (Mce) non sono sempre andati là dove erano maggiormente necessari, e non vi erano valori-obiettivo chiari e coerenti né requisiti minimi in materia di infrastrutture a livello Ue.

Sistemi informativi e di pagamento differenti, continua la Corte, complicano l’esperienza dell’utente. Ad esempio, tra le diverse reti vi sono scarse informazioni coordinate sulla disponibilità in tempo reale, sui dati di ricarica e sui dettagli di fatturazione. Nella prospettiva del riesame in corso del quadro strategico e normativo in materia di mobilità elettrica, la Corte raccomanda alla Commissione europea di preparare una tabella di marcia con i termini entro cui raggiungere i valori-obiettivo per le infrastrutture di ricarica e di stabilire norme e requisiti minimi.
I magistrati raccomandano inoltre di destinare i finanziamenti sulla base di criteri oggettivi e di analisi del deficit infrastrutturale, nonché di garantire che i progetti cofinanziati offrano un accesso sostenibile e non discriminatorio a tutti gli utilizzatori.

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