Corsa all’elettrico: sistema industriale italiano a rischio

di Andrea Taschini, manager automotive, Senior advisor M&A e Private equity

Credo che non solo Anfia con Clepa, ma tutta Confindustria, non dovrebbero limitarsi a chiedere qualche soldo qua e là per la cosiddetta “riconversione”. Primo perché si da l’impressione che gli imprenditori cerchino solo sussidi. Secondo (ed è la questione centrale) è che con il “Fit for 55″ e più nello specifico con l’imposizione dell’auto elettrica, rimarrà ben poco da riconvertire.

Se passa il concetto che le auto a motore endotermico inquinano (cosa non vera per l’Euro 6) e che quindi saranno solo lecite le BEV a zero emissioni (cosa profondamente falsa), gran parte dei componentisti e tutta la filiera dell’Aftermaket avranno ben poche chance di sopravvivere.

L’intero pacchetto “Fit for 55” è un attentato alla sopravvivenza dell’intero sistema industriale italiano. Ci sono tutti gli elementi di valutazione necessari che lo indicano. Il “Fit for 55”, quindi, va rigettato fortemente in totosoprattutto perché  essendo l’Italia già un paese molto virtuoso in termini di emissioni ed energie rinnovabili si sottoporrebbe a un sacrificio tanto inutile quanto costoso sia in termini economici sia umani. Fin che si è ancora in tempo.

1 Comments

  1. Giordano Gelsi says:

    Sono anni che gli scienziati della Nasa si aspettano una tempesta solare che a detta di loro bloccherà gli USA per una decina di anni e noi andiamo a rotta di collo sull’elettrico. Cari ragazzi, tenetevi stretto il vostro vecchio diesel, saranno gli unici mezzi a non avere dei problemi, dal momento che tutti i cip cioccheranno e la benzina invecchia.

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