Conte, il virus e i Ferragnez: se l’influencer diventa più importante della famiglia
Per una volta non parlo di automotive e mobilità. Mentre rientravo da Bologna a Milano in treno, ho riflettuto sull’appello che il premier Giuseppe Conte ha lanciato ai Ferragnez affinché si adoperassero verso i milioni di follower, soprattutto i più giovani, allo scopo di convincerli a indossare la mascherina. La mia reazione è stata di forte critica e l’ho palesata su Facebook, Linkedin e Twitter, stigmatizzando la decisione di Conte che, così facendo, dava un segno di forte debolezza, sua e di tutto il governo, in un momento drammatico per il Paese alle prese con la seconda ondata di Covid-19.
Come risposta ho ricevuto molti segnali di approvazione (per lo più), ma anche e logicamente di disapprovazione. Fatto salvo che sia Fedez sia la moglie non mi sono simpatici, pur riconoscendo la genialità e la bravura – soprattutto di Chiara Ferragni – nel creare quello che è diventata, devo anche dire che se si comincia a delegare agli influencer l’educazione e le norme comportamentali dei nostri figli, via via rischia di venire meno il ruolo fondamentale che da sempre genitori e insegnanti ricoprono.
Che un ragazzo indossi la mascherina per proteggere sé e gli amici dal coronavirus solo perché lo raccomanda il suo mito del web, nonostante i ripetuti solleciti ricevuti da papà e mamma, è preoccupante.Se poi a mettere in moto questa macchina è addirittura il capo del governo, la cosa si fa ancora più seria. “Lo dice papà me ne frego, lo dice Fedez obbedisco e riconosco il problema”. La situazione è da allarme rosso.
“Anche Elvis Presley, nel ’56, intervenne pubblicamente in tv per convincere gli americani a vaccinarsi contro la poliomelite”, ribatte qualcuno dai social. Vero, ma il paragone – scusate – non sta in piedi. “E lo stesso vale, a esempio, per le campagne anti razzismo con protagonisti i campioni dello sport”. Meglio avrebbero fatto i Ferragnez, nel caso, a entrare sul tema senza citare Conte il quale, a sua volta, avrebbe dovuto raccomandare alla coppia di mantenere il riserbo sulla sua telefonata.
E, invece, ecco il governo passare sopra genitori e scuola, legittimando il ruolo di “educatori” al mondo degli influencer, ritenuti, a questo punto, più importanti della famiglia e dei professori. Un precedente pericoloso visti anche i tanti messaggi devianti che piovono, in generale, quotidianamente dai social. I tempi cambiano a una velocità impressionante, è vero, ma i valori su cui si fonda la vita devono restare tali. E penso che anche i big dei social, guardando alle rispettive famiglie, vorranno che i loro figli – una volta grandicelli e adolescenti – diano retta a loro.