Foto: Roberto Verano, neo presidente di ConfMobility
ConfMobility: imprese verso la mobilità sostenibile
L’idea di ConfMobility nasce nel 2020 da un gruppo di imprenditori con la volontà di fare sintesi sulle normative, sui nuovi progettati europei e sulle opportunità di sviluppo in materia di mobilità sostenibile. Il sistema attuale di mobilità di merci e persone, che deve essere per il 25% in tutta Europa all’emissione di grandi quantità di CO2 in atmosfera, dovrà essere profondo rivisto e riorganizzato e ConfMobility vuole essere un punto di riferimento per le imprese in questa stagione di rilancio .
L’obiettivo principale è quello di supportare le aziende italiane che producono, vendono, distribuiscono e utilizzano la mobilità in questa fase di transizione verde e digitale, utilizza i loro strumenti e le competenze necessarie per conformarsi agli obiettivi di sostenibilità così indicati dall’Agenda 2030 della Commissione europea.
“Abbiamo sviluppato moltissime iniziative interessanti in stretta collaborazione con i nostri partner ed esperti nei vari settori – spiega il neo presidente di ConfMobility, Roberto Verano -. Per fornire alle aziende competenti necessarie, intendiamo loro proporre progetti inerenti alla formazione di nuove figure come il Mobility Manager, colui che dovrà elaborare piani aziendali di mobilità per i propri lavoratori, l’uso del mezzo privato ed incentivando forme di mobilità alternativa come il carpooling, carsharing o bikesharing aziendale ; progetti tesi alla formazione dei nuovi autisti, mestiere quest’ultimo in forte crisi, dovuto principalmente alla carenza di giovani conducenti che vogliono intraprendere tale percorso professionale; progetti che intendono accompagnare i piccoli e medi fornitori di carburante alla transizione e alla progressiva sostituzione delle colonnine di carburante con quelle energetiche (tra gli altri previsti anche dalla recente Legge di Bilancio).
In sintesi, vogliamo essere un fianco delle imprese per risolvere i loro dubbi, questioni e perplessità sulla mobilità sostenibile. Saper individuare e intercettare i finanziamenti europei è un’ottima opportunità che ci viene concessa , che spesso, ahimè, non si concretizza o non viene sfruttata per mancanza di strumenti o risorse: anche su questo fronte vogliamo essere un punto di riferimento per le aziende ” .
ConfMobility nasce con lo scopo di supportare e accompagnare le Imprese verso una mobilità sostenibile, facendo riferimento all’Agenda 2030 della Commissione Europea. ConfMobility può contare su un network di 4.000 imprese del settore trasporti, logistica e industriale su tutto il territorio nazionale. Nell’ambito di Trasporti e Logistica, le aziende della rete di ConfMobility possiedono circa 50.000 veicoli (il 70% sono mezzi superiori a 3,5 tonnellate per il restante 30% sono inferiori a 3,5 tonnellate).
In modo particolare gli obiettivi condivisi da ConfMobility sono: ridurre in modo significativo le emissioni di carbonio (almeno del 55% entro il 2030); migliorare la qualità della vita; essere più competitivi a livello globale (in molti Paesi il cambiamento è ad uno stadio più avanzato del nostro); contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro.
Tali obiettivi sono raggiungibili grazie all’individuazione di bandi e finanziamenti dedicati per la trasformazione green, attraverso corsi di Formazione per coloro che saranno, direttamente o indirettamente, coinvolti nel processo di transizione verde e digitale.
ConfMobility intende farsi promotrice di un Sistema Integrato, connesso ed efficiente, che diffonde tra i propri aderenti un modello di networking basato sulla mobilità sostenibile, di merci e persone.
Mobility Manager. Moltissime le iniziative interessanti sviluppate in stretta collaborazione con i partner ed esperti nei vari settori. Per fornire alle aziende le competenze necessarie,l’associazione promuove progetti inerenti alla formazione di nuove figure come il Mobility Manager, colui che dovrà elaborare piani aziendali di mobilità per i propri lavoratori, riducendo l’uso del mezzo privato ed incentivando forme di mobilità alternativa come il carpooling, carsharing o bikesharing aziendale; progetti tesi alla formazione dei nuovi autisti, mestiere quest’ultimo in forte crisi, dovuto principalmente alla carenza di giovani drivers che vogliono intraprendere tale percorso professionale; progetti che intendono accompagnare i piccoli e medi fornitori di carburante alla transizione ed alla progressiva sostituzione delle colonnine di carburante con quelle energetiche (tra l’altro previste anche dalla recente Legge di Bilancio).
Welfare Mobility. La pandemia ci ha insegnato che saper essere flessibili è la miglior arma che possiamo avere e lo smartworking ne è un esempio tangibile. Anche sulla base di ciò, crediamo che sia giunto il momento, per le aziende, di innovarsi lasciando più flessibilità ai propri dipendenti: flessibilità non è sinonimo di scarsa produttività o pigrizia, ma al contrario significa concedere il giusto equilibrio tra lavoro e vita privata.
Le aziende sono incentivate a introdurre i cosiddetti flexible benefits , benefici che possono essere servizi, buoni carburante, assistenza scolastica per i figli, assistenza previdenziale complementare e così via. Questi benefici incontrano il favore dei dipendenti che esprimeranno un giudizio sicuramente positivo sull’azienda così come il datore di lavoro avrà degli sgravi fiscali (sono spese defiscalizzate).