Con De Adamich non si finisce mai di imparare
di Federico Falsini
Era da molto tempo che desideravo frequentare un corso di guida e appena si è presentata l’opportunità non me la sono lasciata scappare. Sono fermamente convinto che per quanto si possa essere onesti e consapevoli dei propri limiti, è basilare avere gli insegnamenti da un professionista del settore. Un po’ come a scuola, si frequentano quelle dell’ obbligo per avere un’infarinatura generale, ma se si vuole approfondire un argomento, è opportuno iscriversi a un’università specifica.
E così, per la guida, ci vengono in soccorso tanti corsi e fortunatamente ho potuto partecipare a uno dei migliori, fondato dall’ex pilota di Formula 1 e conduttore tv, Andrea De Adamich, titolare del Centro internazionale guida sicura Alfa Romeo. L’organizzazione, in toto, è stata esemplare. I piloti istruttori (con vasta esperienza nell’ agonismo professionista) sono molto attenti, pazienti e soprattutto numerosi. Per ogni gruppetto di 6 persone ci sono almeno 2 istruttori, permettendo di creare un clima affiatato.
La giornata è iniziata con una piccola presentazione di Gordon De Adamich, figlio di Andrea, che ha presentato lo staff e un veloce sunto dello svolgimento del corso. A seguire, una lezione teorica di circa 30 minuti per spiegare la dinamica dell’auto unita al comportamento di guida, doverosa premessa alle attività messe in pratica come le giuste traiettorie unite a un corretto uso dei dispositivi del mezzo.
La pista di Varano de’ Melegari (Parma) è un ottimo connubio di curve a 180°, tornanti, varianti e tratti rettilinei. In poco più di 1,6 km (circa 2,4 km nella configurazione lunga) si ha a che fare con differenti situazioni. Iniziamo subito prendendo confidenza con la pista a bordo della gamma Alfa Romeo (Giulietta Veloce, Stelvio e Giulia Quadrifoglio) insieme al pilota seduto come passeggero. Passando poi alla sportivissima 4C con cui viene registrata la telemetria (con i grafici di utilizzo di gas, freno, sterzo, confrontati con quello ideale di un pilota professionista). Inutile dire che nella prima stampata non sapevo ben interpretare le mie capacità, ma l’ istruttore cortesemente, uno per uno, analizza il risultato evidenziando e ricordando gli errori e le correzione fatte nei giri di pista.
A esso è seguita la parte più rivolta alla sicurezza con le prove di Skid (una simulazione di guida a scarsissima aderenza con il retrotreno dell’auto montato su un carrello con uote girevoli) e la frenata su bagnato con ostacolo virtuale. Qui si era in auto da soli, ma in collegamento radio con l’insegnante che suggeriva-correggeva-lodava il partecipante durante la prova. Per insaporire il tutto venivano presi tempi e misure per stilare una mini classifica per ogni gruppo, con a fine giornata le premiazioni dei partecipanti migliori per ogni specialità.
Dopo la pausa pranzo (tra l’altro un ottimo e variegato servizio catering) si passa a un percorso GT in cui si mettono in pratica tutte le nozioni finora apprese. Anche qui con la consueta gara finale per stuzzicare gli animi. Inutile dire che i giri cronometrati sarebbero stati in tutti i casi insufficienti se paragonati al divertimento. Tutti hanno più o meno riferito che non sarebbero mai scesi dall’ auto… E io mi ero reso conto che rispetto al mattino mi sentivo già più sicuro, non so se veloce, ma più “controllato”.
Torniamo in pista per una ulteriore sessione con Stelvio, 4C, Giulia e Giulietta stavolta percorrendo anche il tratto delle pista lunga. Con la 4C, come al mattino viene consegnata la stampa della telemetria e… sorpresa: sul solito tracciato (pista corta) il grafico era sensibilmente migliorato e il tempo sceso di ben 5 secondi.
Il tempo in se stesso non dice niente (inutile dire lontanissimo dal riferimento del pilota), ma è evidente che se dal mattino al pomeriggio vi è un miglioramento, avviene in virtù degli insegnamenti appresi, tanto più che al mattino il fondo era umido e scivoloso, mentre dopo pranzo pioveva.
Concludo con una riflessione sul saluto di Gordon: “Se tutti noi guidassimo correttamente e concentrati, è impossibile avere un incidente”. Lo penso anch’io… Si parla tanto ultimamente di auto a guida assistita per arrivare alla guida completamente autonoma: forse è una opinione da “vecchi”, ma se invece di spendere milioni nella ricerca sulle auto guidate da algoritmi, si provvedesse a formare i guidatori sin da giovanissimi con quesi corsi, forse verrebbero risparmiati un sacco di soldi. E si salverebbe quella meravigliosa emozione nel percorrere un tornante con un volante tra le mani, sempre più minacciata dalla futura tecnologia.