Colonnine: troppe quelle non funzionanti
di Andrea Cardinali, direttore generale di Unrae
Il 21% delle infrastrutture di ricarica pubblica per veicoli elettrici già installate, risulta inutilizzabile in quanto “non è stato finora possibile finalizzare il collegamento alla rete elettrica da parte del distributore di energia o per altre motivazioni autorizzative”. Il PNRR prevede “entro il 2026” l’installazione di 21.255 punti di ricarica pubblici (7.500 di ricarica rapida in autostrada e 13.755 in centri urbani, di potenza indeterminata).
Numeri precisi, neanche arrotondati alle decine, ma senza alcun cronoprogramma su come arrivarci. Si spera naturalmente che siano almeno aggiuntivi agli attuali, stimati in 17.400 di cui il 10% sopra i 22 kW. Per uguagliare la capillarità della rete in Norvegia con 20 CP/100 km (non parliamo dell’Olanda con il triplo) dovremmo averne già oggi, non tra 5 anni, circa 100mila di cui 32mila fast.
Quando poi il circolante di veicoli con la spina raggiungerà 1 milione di unità (oggi 115mila),secondo la AFID servirà 1 CP/10 ECV: con i 6 milioni di ECV previsti (o sognati) dal PNIEC per il 2030 ne servirebbero 600mila. In attesa che questi numeri passino da PowerPoint alle nostre strade, il PNRR potrebbe occuparsi delle (piccole) riforme necessarie per “levare il cappuccio” alle colonnine.