Class action dell’Aci? Era ora

Più che la “class action” contro le multe selvagge dei Comuni italiani e gli autovelox-trappola dichiarata da presidente dell’Aci, Angelo Sticchi Damiani, la vera notizia è che l’Aci passa all’attacco, alza la voce e fa sentire, come dovrebbe fare sempre, la rabbia degli automobilisti. Insomma, fa quello che deve e avrebbe dovuto sempre fare. Soprattutto a livello locale, dove troppi provvedimenti contro gli automobilisti sono passati sotto silenzio. Il presidente Sticchi Damiani non è nuovo a iniziative del genere. Da ricordare, per esempio, è lo “sciopero” dei rifornimenti di carburante proclamato quandi i prezzi della benzina e del gasolio si erano impennati, complici sempre le vergognose accise che nonostante le promesse di Matteo Renzi, a proposito di una loro revisione, continuano a gravare sulle tasche degli automobilisti.

E ora la vera svolta

Ben venga la “class action” dell’Aci, ma non rimanga un fatto isolato. Ci sono tante altre ingiustizie e assurdità che devono essere messe in evidenza. E bacchettare solo a parole non serve. Occorre agire nei fatti. L’auspicio, ora, è che la “class action” dell’Aci abbia successo e che in milioni vi aderiscano affinché le furbate di tante amministrazioni comunali si ritorcano contro le stesse.

Una sferzata agli Aci locali

Guardiamoci attorno: le strade sono piene di buchi, ci sono indicazioni stradali pericolose e fuorvianti, ci sono piste ciclabili che finiscono nel nulla e spesso pericolose, i parcheggi vengono ridotti con il conseguente intasamento delle periferie. I proventi dalle multe sarebbero dovuti servire per migliorare la sicurezza stradale nelle città. Ma sono per lo più serviti a chiudere le falle nei bilanci. Bravo presidente Sticchi Damiani, ma ora si prosegua su questa strada e dia una sferzata ai suoi delegati alla guida delle realtà locali.

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