Chris Bangle (designer e artista): “Io, dalle Bmw agli Inanimatti”

di Roberta Pasero

Chris Bangle, per decenni car designer del centro stile di Bmw, Mini, Fiat e Opel, definito uno dei più influenti di tutti i tempi, la sua vita parallela è già riuscito a realizzarla. E non tanto perché si è trasferito in un casale di Clavesana, nelle Langhe, lui americano ma italiano nel cuore, trasformandolo in un villaggio creativo per designers di tutto il mondo, ma perché qui accade di tutto. Per esempio, che prenda forma un mondo poetico dove tutto può accadere, anche che l’Arco di Trionfo cammini, che una lente di ingrandimento si innamori di una caffettiera oppure che un paio di forbici camminino fluttuando come una pin up.

Oggetti che si animano e acquistano personalità, diventando i protagonisti di tavole a fumetti chiamate Inanimatti, esposte in mostre giramondo, ma anche gli “attori” del cortometraggio Sheara diretto proprio da Bangle, e presto, forse, di serie televisive americane. Ma qui, nelle Langhe, ha anche inventato il progetto Big Bench, al momento 183 panchine giganti colorate di rosso, posizionate negli angoli italiani più belli per guardare il mondo da un altro punto di vista.

Perché, nel 2009, decise di lasciare dopo 17 anni la direzione del centro stile Bmw nel pieno dell’innovazione creativa del marchio e del mondo automotive?
“Da alcuni anni pensavo di farlo, ma non trovavo il luogo dove ricominciare. Sapevo che prima o poi, dopo oltre 35 anni nel mondo automotive, avrei dovuto lasciare Bmw per l’età e non volevo finire in depressione come alcuni colleghi. Così con mia moglie Catherine abbiamo iniziato a cercare una dimensione differente, la nostra, prima che fosse tardi. E noi, che non avevamo mai posseduto una casa, l’abbiamo trovata qui nelle Langhe, immersa nei vigneti e tra i fienili”.

E qui ha costruito il suo nuovo mondo, in particolare la Chris Bangle Associates, una fucina di talenti creativi che trasformano in progetti e in oggetti la bellezza, le idee, il design.
“Al centro di tutto c’è il temperamento. Me lo chiedo sempre, progettando o disegnando le mie storie a fumetti. Che personalità può avere, per esempio, un arco? Per farlo bisogna essere in grado di immedesimarsi in un oggetto attraverso la cosiddetta Objectomy, ovvero la capacità di immaginare i sogni, i punti di vista e i pensieri degli oggetti in modo da disegnarli conoscendoli profondamente”.

Lei è stato la matita creativa, tra l’altro, di Fiat Coupé, Bmw Z4,1,3, 6, dei Suv X3, X5, X6 e di tanti altri modelli: dare un’anima agli oggetti non è quello che faceva anche nella sua prima vita di car designer?
“Proprio così. Disegnare un’automobile, non vuol dire soltanto mettere una forma attorno alle ruote, ma anche darle personalità e carattere per far sì che chi la acquista si identifichi in lei”.

Un mondo che non ha mai dimenticato, tanto da aver disegnato un prototipo, Reds 9010, una city-car elettrica dalle linee cubiste che sta per essere industrializzata in Cina.
“E’ un’automobile piccola, ma al suo interno si possono fare tante cose, come girare i sedili per trovare altri spazi, o farsi fare un massaggio ai piedi. L’idea è che solitamente una vettura rimane ferma per il 90% del tempo e, quindi, perché non utilizzarla anche in modo differente, non soltanto per spostarsi”.

Da car designer e da artista: lei come la immagina la città del futuro?
“Spero in una città dove vengano abbattute le barriere psicologiche e la si smetta di dire questo è lo spazio per me, per la mia auto, per la mia bicicletta. Sogno una città del domani dove si possa vivere molto più vicini senza l’idea di separazione che ci contraddistingue. Perché nel mondo non manca lo spazio, come diciamo sempre, ma siamo noi che dobbiamo trovare il modo per condividere in questo spazio il vero senso della felicità”.

Chi è, oggi, Chris Bangle?
“Le rispondo con una frase del grande fumettista Walt Kelly che ho scritto a caratteri cubitali sulle scale del mio studio, quasi come promemoria: “Va probabilmente bene essere qualsiasi cosa che non puoi essere quando scopri che non puoi essere tutto ciò che sei”. Ecco…”.

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