Che gioia io donna (saudita) al volante
di Carlotta Adreani
Per anni abbiamo osservato quel mondo dallo schermo di un computer. Guardavamo spezzoni di commedie americane su Internet ogni domenica. Era una specie di rituale. Subito dopo cena, io e le mie sorelle prendevamo il portatile di nostro padre pronte per immergerci in quelle abitudini e in quei modi di vivere così lontani dai nostri, pronte a dimenticare almeno per un attimo i severi codici sociali e le leggi della sharia. Guardavamo con ammirazione le protagoniste dei film mentre guidavano le loro auto sulle strade californiane. Forti e determinate si destreggiavano nel traffico, cuffie alle orecchie e tablet a portata di mano. E sognavamo quella libertà, quell’indipendenza che ora, finalmente, stiamo scoprendo.
La svolta di Riad
Da qualche giorno è stata abolita la legge che vietava a noi donne di guidare, e così, quando i miei genitori me lo consentono, mi esercito nel parcheggio vicino a casa. La patente l’ho presa, e ieri ho persino fatto il giro del quartiere. É stato un susseguirsi di emozioni. Ho aspettato un’ora prima di mettere in moto; sono rimasta seduta al posto del guidatore a fissare il volante, ancora incredula di quella prospettiva tutta nuova. Ho compiuto 30 anni il mese scorso, eppure mi sentivo una bambina che saliva per la prima volta in bici. Alla fine mi sono fatta coraggio; ho indossato la cintura e ho messo in moto.
È giunto il momento
Eravamo sole, io e quell’auto, purtroppo inconsapevole della gioia che mi stava regalando. Un chilometro di strada ed ecco il primo semaforo. Mi sono fermata, e nello specchietto ho visto una vettura posizionarsi dietro. Al volante c’era un uomo che mi ha subito lanciato un’occhiata di disprezzo.
Cominciavo a pensare che forse sarebbe stato meglio tornare indietro, quando all’improvviso una vettura ha inchiodato alla mia sinistra. Era una donna a guidare, anche lei sola in macchina, anche lei sui 30 anni.
Ci siamo fissate per qualche secondo, poi mi ha sorriso. Il sorriso più dolce che avessi mai visto. E, in un attimo, l’imbarazzo che mi aveva provocato lo sguardo dell’uomo dietro di me si è trasformato in rabbia, poi in felicità. Una volta scattato il verde ho spinto con forza sull’acceleratore.