Caro materiali: rischio default per lavori stradali ed edilizia
“Gli insostenibili aumenti dei costi delle materie prime e dell’energia rischiano di frenare le attività dei settori dell’edilizia e dei lavori stradali. Da settembre a oggi il costo del gas nella produzione di asfalto si è quintuplicato. Servono misure urgenti di reale compensazione dei rialzi, con meccanismi effettivi di revisione prezzi che tengano conto anche dei costi energetici, solitamente esclusi dai contratti in corso. Senza di queste, la filiera degli operatori del settore è destinata alla paralisi ed è a rischio anche la puntuale esecuzione dei lavori previsti dal PNRR”. L’allarme arriva dall’associazione SITEB – Strade ITaliane E Bitume ed è contenuto in una lettera indirizzata al ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, Enrico Giovannini.
Nella missiva l’associazione ha ricordato come il settore delle costruzioni, comprese le infrastrutture viarie, sia al centro del piano di rilancio economico del Paese previsto dal Governo, ma anche come il drastico mutamento del contesto economico globale stia creando una situazione di profonda difficoltà che pone le premesse per un immobilismo totale del comparto. Tutto ciò non potrà che mettere a serio rischio anche la puntuale e tempestiva esecuzione dei lavori da realizzare grazie ai fondi del PNRR.
Il rialzo dei costi ha portato oggi il valore del gas metano a un’incidenza economica nella produzione del conglomerato bituminoso (asfalto) passata in pochi mesi da 2-3 euro a tonnellata agli attuali 12-13 euro. Un boom che si riflette inevitabilmente sull’edilizia civile e industriale, dove il bitume è utilizzato come impermeabilizzante per i tetti sotto forma di membrana bituminosa, ma soprattutto nel comparto stradale che si era appena risvegliato dopo lunghi anni di crisi causato dall’assenza di investimenti in manutenzione e nuove infrastrutture.
Le compensazioni per il “caro materiali”, riconosciute dai decreti emanati negli ultimi mesi, scontano diversi limiti e non sono sufficienti a ristorare dei maggiori costi subiti le imprese aggiudicatarie di appalti pubblici in quanto: non tengono conto dei maggiori costi energetici; prevedono discutibili meccanismi di compensazione che, nella migliore delle ipotesi, consentono alle imprese ristori dell’ordine del 20-25% dei maggiori costi realmente sostenuti; sono corrisposti a distanza di oltre un anno dalla effettiva spesa.
“Chiediamo al Governo misure urgenti e straordinarie volte a compensare l’ascesa dei prezzi, e in particolare:”, ha evidenziato il presidente di SITEB, Michele Turrini, “la previsione di un contributo per l’emergenza energetica, circostanziato alla durata dell’eccezionale situazione economica congiunturale; la revisione delle soglie applicate al meccanismo di compensazione per il ‘caro materiali’, valido anche per i lavori stipulati in passato e non ancora eseguiti o in esecuzione. In alternativa, si potrebbe consentire alle imprese la rinegoziazione dei contratti in essere con gli Enti appaltanti, aggiornandoli con i prezziari che prevedono gli aumenti delle materie prime e i maggiori costi energetici, per evitare le rescissioni dei contratti e la sospensione dei lavori i corso. Senza queste misure il Paese rischierà di assistere alla paralisi del settore e, quindi, al fallimento del piano di nuove opere messo in campo dal PNRR”.
SITEB si è dichiarata disponibile, infine, a partecipare a un tavolo tecnico di confronto che, sotto l’egida del ministero, consenta l’individuazione delle misure più urgenti per accompagnare lo sviluppo del Paese in questa difficile fase di crisi energetica.