Caro gasolio: le imprese si appellano al Governo

di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere

Come era ampiamente prevedibile, le associazioni di rappresentanza che siedono all’Albo dell’autotrasporto hanno dimostrato tutta la loro incapacità a risolvere i veri problemi che oggi gravano drammaticamente sul mondo dell’autotrasporto. Il fatto che l’incontro con il viceministro Teresa Bellanova, il secondo in pochi giorni, si sia concluso con un nulla di fatto, senza alcun tipo di intervento concreto da parte del Governo per calmierare il costo del gasolio, è gravissimo.

Associazioni che fino a ieri andavano a braccetto col Governo e che si lanciavano pochi mesi fa in ingiustificati plausi e ringraziamenti, oggi sono evidentemente in imbarazzo e senza strumenti per poter rappresentare le ragioni di aziende sull’orlo della chiusura a causa, in primis, dell’impennata incontrollata del carburante. Così, mentre le associazioni non possono permettersi di proclamare un fermo, il mondo reale, quello fatto di tanti piccoli e medi imprenditori sta organizzando azioni autonome, superando a destra enti incapaci di rappresentarli.

Ruote Libere starà sempre fermamente dalla parte della legalità e i blocchi stradali vanno condannati, detto questo in Italia si sono registrate molte azioni di protesta. In  diverse Regioni, Sicilia, Puglia, Lazio, i camionisti hanno lasciato i loro mezzi nei piazzali. Non hanno trasportato le merci e hanno spento il motore dei loro autocarri. Un fatto questo mai accaduto in precedenza e dettato dall’esasperazione per l’aumento incontrollato di tutti i costi di gestione aziendale.

Il senso di responsabilità gli autotrasportatori lo hanno dimostrato per anni, ora tocca al Governo. Per questo Ruote Libere rilancia il proprio appello al ministro Enrico Giovannini e al viceministro Teresa Bellanova affinché si metta in campo subito un taglio del carburante attraverso le leve della sterilizzazione dell’Iva sulle accise e della accisa mobile.

Senza queste misure sarà inevitabile proseguire sulla strada della protesta, sempre legale certo, condannando i blocchi, ma consapevoli dei disagi provocati alle attività produttive e al Paese. Consapevoli allo stesso tempo della comprensione che gli altri settori hanno e avranno verso un mondo imprenditoriale che oggi rischia il collasso.

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