Cari azionisti…
di John Elkann, presidente di Exor
Il 2020 è stato un anno straordinariamente difficile per il mondo intero: il COVID-19 ha causato 1,8 milioni di vittime, dato che negli ultimi mesi è salito purtroppo a circa 2,8 milioni. Ma con il rilascio dei vaccini possiamo finalmente sperare che le nostre famiglie e le comunità in cui viviamo possano essere protette, gettando le basi per una ripresa.
Per Exor l’anno scorso si è rivelato estremamente sfidante. Tuttavia, sono i momenti difficili che fanno emergere il carattere e, ripensando allo scorso anno, sono convinto che abbiamo agito in modo efficace e responsabile, e le nostre aziende hanno risposto mostrando davvero il meglio di sé.
Durante tutto questo periodo, siamo rimasti fedeli ai nostri valori, che ho condiviso con voi già nella lettera dello scorso anno. Li abbiamo espressi come coppie di valori:umiltà e ambizione, curiosità e concentrazione, pazienza e determinazione, coraggio e responsabilità. Per quanto importanti in ogni circostanza, ci siamo resi conto che questi valori sono ancora più cruciali in questo momento.
La nostra priorità durante la pandemia è stata quella di proteggere la salute e la sicurezza delle nostre persone, cosa che abbiamo fatto gestendo livelli di complessità molto elevati sul piano finanziario e operativo. Il secondo trimestre dell’anno è stato uno dei periodi più duri mai affrontati nella nostra storia, ma è stato anche quello che ci ha reso più forti.
Voglio ringraziare tutti i miei colleghi di Exor e delle nostre aziende per la forza d’animo che hanno dimostrato durante tutto questo periodo difficile, e per la generosità con cui hanno aiutato, in molti modi diversi, coloro che hanno sofferto a causa della pandemia.
L’obiettivo di Exor è quello di Costruire Grandi Società, che per noi sono quelle che operano secondo i più alti standard, che cercano di rinnovarsi e cambiare, che si distinguono e allo stesso tempo agiscono in modo responsabile. Il 2020 ha mostrato l’importanza di queste caratteristiche e in particolare ha portato una significativa accelerazione del ritmo di cambiamento per le nostre aziende.
Allo stesso tempo, abbiamo continuato a costruire il nostro futuro completando l’Opa su Gedi e investendo in Via Trasportation. Abbiamo inoltre finalizzato la nostra prima acquisizione nella Cina continentale, diventando azionisti di maggioranza nel brand di luxury lifestyle Shang Xia.
Entrando nel nuovo decennio, dobbiamo tenere a mente l’insegnamento di Eraclito, che ci ricorda che “Niente perdura, tranne il cambiamento”.
Exor nel 2020. Il Net Asset Value per azione di Exor (o NAV per azione) è aumentato del 13,1%, una crescita di 1 punto percentuale inferiore rispetto al nostro benchmark, il MSCI World Index, entrambi denominati in dollari. Questa performance è stata guidata principalmente da Ferrari (+39,3% in dollari) e da Fca (+21,4% in dollari).
Net Asst Value al 31 dicembre 2020. Vorrei iniziare il mio aggiornamento sull’andamento delle nostre società spiegando i motivi che hanno spinto il nostro Consiglio di Amministrazione a non procedere con la vendita di PartnerRe. Come ho evidenziato nella lettera dello scorso anno, quando Covéa ci aveva originariamente contattato, non avevamo previsto di vendere PartnerRe, perché siamo convinti che la società ha un grande potenziale davanti a sé.
Tanto più ora che assistiamo all’incremento dei prezzi del settore della riassicurazione, che nel tempo porterà a un aumento del valore del patrimonio se saremo bravi nell’attività di underwriting. Di conseguenza, nonostante Covéa fosse ancora intenzionata ad acquistare PartnerRe dopo l’inizio della pandemia, ci siamo convinti che il nuovo prezzo proposto da loro non riflettesse il vero valore dell’azienda e le sue brillanti prospettive.
Tutti i dialoghi avuti con Covéa su questo argomento sono stati professionali e costruttivi. Questo ci ha permesso di aumentare la collaborazione tra le due società, tanto che PartnerRe rappresenta adesso una delle principali controparti di Covéa nella riassicurazione. Stiamo inoltre valutando come Covéa possa realizzare investimenti finanziari insieme ad Exor.
La solidità degli utili e del bilancio dimostrata da PartnerRe nel 2020 ha avvalorato la nostra decisione di tenere la società, come dimostrano l’utile netto pari a 206 milioni di dollari e l’incremento del book value del 2% rispetto all’anno precedente, nonostante i 397 milioni di dollari di perdite lorde registrate a causa del Covid-19. In particolare, la divisione Life & Health ha dimostrato grande resilienza, registrando un utile da sottoscrizione di rischi pari a 70 milioni di dollari nonostante l’impatto della pandemia.
Questa performance mette in risalto l’importanza di un portafoglio riassicurativo diversificato, obiettivo che abbiamo perseguito sin dal 2016 – l’anno della nostra acquisizione di PartnerRe – anche attraverso significativi investimenti per lo sviluppo delle sue attività nel ramo Life & Health. L’andamento riflette anche in parte la performance del portafoglio di investimenti di PartnerRe, che per la prima volta ha superato i 20 miliardi di dollari, inclusi la cassa e i mezzi equivalenti alla cassa, oltre che i continui sforzi per ridurre i costi operativi, che attualmente sono vicini al 5,4% dei Net Premiums Earned.
Nonostante i progressi conseguiti nella creazione di un’organizzazione molto più snella e nei risultati degli investimenti, che si collocano nel quartile più alto del mercato, la redditività di PartnerRe nell’attività di sottoscrizione dei rischi è ancora distante dal livello che vogliamo raggiungere. In un contesto di mercato caratterizzato dall’incremento dei prezzi e dalla riduzione dell’offerta, abbiamo voluto essere certi che l’azienda avesse le persone giuste al comando, con la conoscenza e la disciplina necessarie per assumere le decisioni più corrette nella sottoscrizione dei rischi.
Ecco perché a luglio scorso abbiamo nominato Jacques Bonneau in qualità di Ceo. Jacques vanta una profonda conoscenza di PartnerRe, dal momento che è stato un membro del Consiglio di Amministrazione negli ultimi due anni. Inoltre possiede solide competenze settoriali, avendo trascorso la maggior parte della sua carriera in ACE (ora Chubb), azienda rinomata per una gestione impeccabile e una cultura aziendale orientata al conseguimento di risultati eccellenti.
Parallelamente al lavoro fatto nel settore della riassicurazione, nel secondo trimestre del 2020 abbiamo anche vissuto un cambiamento epocale nel settore automobilistico, caratterizzato dal blocco totale degli stabilimenti e della produzione in tutto il mondo. La chiusura ha avuto immediate conseguenze sul piano finanziario, perché ha determinato un aumento del capitale circolante, che ha portato Fca e i suoi fornitori a dover gestire significativi problemi di liquidità. Desidero complimentarmi con Mike Manley e con tutti i nostri colleghi in Fca che hanno gestito enormi problemi operativi, mentre agivamo per proteggere i nostri dipendenti e i nostri partner, risolvendo tali pressanti questioni di tipo finanziario.
Oltre ad affrontare queste difficoltà, abbiamo continuato a lavorare alla fusione di Fca con Psa per dare vita a Stellantis. Nel farlo, abbiamo voluto anche assicurarci che la nuova società avesse il bilancio più solido possibile, per assicurare protezione in caso di future crisi e perché potesse investire nel suo futuro. A seguito delle costruttive discussioni che i Consigli di Amministrazione di Fca e Psa hanno intrattenuto dopo l’inizio della pandemia, abbiamo rivisto la componente cash del nostro accordo.
Entrambi i Consigli erano ancora più convinti delle buone ragioni della fusione, e abbiamo pertanto deciso di ridurre il dividendo straordinario dovuto agli azionisti di Fca, da 5,5 miliardi di euro a 2,9 miliardi, e di allocare a loro il 50% della partecipazione detenuta da Psa in Faurecia, originariamente destinata agli azionisti di Psa. Stellantis ha quindi potuto prender vita potendo contare su 54,5 miliardi di euro di liquidità, una Posizione Finanziaria Netta positiva di 14,9 miliardi di euro e sinergie annuali per un valore di oltre 5 miliardi di euro.
Sono orgoglioso che abbiamo concluso con successo una fusione del tipo che Sergio Marchionne aveva raccomandato anni fa nelle sue “Confessioni di un drogato di capitale”, in cui sosteneva la necessità di un consolidamento nell’industria automobilistica per consentire un uso del capitale più efficiente e una più efficace capacità competitiva. Se Sergio fosse ancora con noi oggi, sono sicuro che approverebbe con forza la creazione Stellantis.
Questa nuova società raccoglie 400.000 persone con l’obiettivo di creare un business con le dimensioni, la tecnologia e l’ambizione per affrontare non solo le sfide di un settore in grande cambiamento, ma anche per essere protagonista nel plasmare questa nuova ed entusiasmante era della mobilità sostenibile.
Grazie alla sua dimensione Stellantis potrà investire risorse per offrire ai suoi clienti nuovi prodotti grazie a un portafoglio di marchi rinomati. Inoltre, sarà in grado anche di aumentare significativamente la sua attuale gamma di modelli elettrificati: nel 2021, con 11 nuovi modelli ad alto voltaggio, prevediamo di quasi triplicare le nostre vendite globali di veicoli (BEV e PHEV) da 139.000 a 400.000.
Con circa il 14% del capitale, Exor è il più grande azionista singolo di Stellantis ed è impegnata al massimo per contribuire al suo successo. Sono onorato di esserne il presidente e con Carlos Tavares al timone come amministratore delegato, alla guida di un team collaudato e di grande talento, abbiamo un’entusiasmante opportunità di plasmare il settore che i miei antenati hanno contribuito a creare e il cui spirito pionieristico ancora ci guida oggi.
Anche Cnh Industrial nel 2020 ha vissuto un cambio di leadership. A marzo, dopo che Hubertus Mühlhäuser si è dimesso dalla carica di Ceo, il Consiglio di Amministrazione ha nominato Suzanne Heywood, Managing Director di Exor e presidente del Consiglio di Amministrazione di CNH Industrial, quale ad facente funzione di CNH. Questa nomina ha dato all’azienda la necessaria stabilità per affrontare le difficili sfide della pandemia, mentre il suo Comitato Governance conduceva una ricerca approfondita per identificare il nuovo leader per la successiva fase di sviluppo dell’azienda.
Come le altre nostre aziende industriali, dal momento che la gravità e la portata della pandemia sono divenute chiare, Cnh Industrial ha rapidamente varato misure per proteggere la salute e la sicurezza delle sue persone. Suzanne e il suo Senior Leadership Team si sono inoltre concentrati nel aiutare la rete globale dei concessionari e dei fornitori di Cnh Industrial a superare la tempesta.
Al contempo, l’azienda ha messo in atto misure decisive per ridurre i costi e ha aumentato la propria liquidità dai 9,9 miliardi di dollari del marzo 2020 ai 15,9 miliardi di dollari a fine anno. Inoltre, ha ridotto le proprie giacenze di magazzino nei segmenti agricoltura, costruzioni e veicoli commerciali e ha dato priorità all’attività di ricerca e sviluppo per concentrarsi sugli investimenti più importanti per i suoi clienti e su quelli dettati dai obblighi normativi.
Queste misure hanno permesso a Cnh Industrial di chiudere l’anno con una forte posizione finanziaria, raggiungendo per la prima volta nella sua storia una posizione finanziaria netta del business industriale positiva. Oltre a rispondere alla crisi, Cnh Industrial ha continuato il suo percorso per diventare una società più sostenibile e il suo impegno è stato riconosciuto da Dow Jones, che per il decimo anno consecutivo l’ha classificata come leader del settore nel suo indice di sostenibilità mondiale ed europeo. È stata anche una delle 277 aziende – scelte tra le 9.600 che hanno comunicato i propri risultati di sostenibilità – a essere inserita nella “A list” di CDP sul cambiamento climatico. Cnh Industrial rappresenta un esempio per Exor e per tutte le nostre aziende nel momento in cui stiamo aumentando la nostra attenzione sul tema ESG.
CNH Industrial ha affrontato le difficoltà del 2020 in modo molto efficace, ma riteniamo che l’azienda abbia concreti margini di miglioramento per i prossimi anni. Così, a gennaio 2021, siamo stati lieti della nomina del suo nuovo ad. Scott Wine porta con sé numerose esperienze di leadership, dal suo servizio per la Marina Militare degli Stati Uniti a quello presso diverse aziende industriali. Ha iniziato a definire un programma che permetterà alla società di concentrarsi sul sostengo ai clienti e ai dealer, dando priorità agli investimenti nel digitale e nella tecnologia, riducendo allo stesso tempo la complessità del business.
Desidero ringraziare Suzanne per aver dato corpo ai nostri valori quando ha risposto alla sfida e ha fatto la differenza alla guida della società nel 2020. Sono lieto del suo ritorno a tempo pieno con noi in Exor, dove, oltre a continuare a ricoprire il ruolo di presidente di Cnh Industrial, Suzanne ha assunto lo stesso incarico anche in una delle nostre nuove società: Shang Xia.
Siamo lieti di essere diventati azionisti di maggioranza di SHANG XIA nel dicembre 2020. Questo brand leader nel luxury lifestyle cinese è stato fondato dalla designer cinese Jiang Qiong Er e da Hermès. Nel decennio trascorso dalla sua creazione, l’azienda ha costruito una solida reputazione grazie ai suoi prodotti di pregiata fattura, dall’abbigliamento agli accessori e agli arredi per la casa.
Quando ricerchiamo società in cui investire, guardiamo in particolare alla loro capacità di diventare e rimanere grandi. Crediamo che Shang Xia abbia quel potenziale, sostenuto da un’ambizione molto chiara: creare il primo marchio cinese globale nel settore del luxury lifestyle.
Nel corso degli anni, abbiamo sviluppato una notevole conoscenza del settore del lusso. Il fatto di essere proprietari di Ferrari ci ha permesso di capire meglio l’arte di costruire brand di lusso. Questo settore è caratterizzato da solidi risultati economici e dalla capacità di durare nel tempo. Nel 2020, il settore del lusso ha dimostrato forza e resilienza e sta beneficiando di una forte crescita del mercato, in particolare in Cina. I consumatori cinesi rappresentano oggi un terzo della spesa nel settore del lusso e si prevede che tale percentuale crescerà fino a raggiungere almeno la metà del totale, con il mercato cinese che arriverà a valere 95 miliardi di euro entro il 2025.
Siamo convinti che sia la nostra esperienza nel lusso sia il nostro orizzonte di lungo termine facciano di noi il partner ideale per aiutare Shang Xia a diventare una grande società. In questo modo, costruiremo un’azienda del 21° secolo, in grado di integrare e rafforzare le società che possediamo oggi, le quali sono state fondate per lo più tra il 19° e il 20° secolo.
Il nostro interesse per queste aziende del 21°secolo è stato ciò che ci ha spinto ad avviare Exor Seeds: la nostra attività di investimento in startup early e late stage, sotto la guida di Noam Ohana dal 2017. Dalla sua nascita, abbiamo investito circa 250 milioni di dollari in 42 aziende in tutto il mondo, circa la metà delle quali negli Stati Uniti, un terzo in Emea e i restanti in Apac e America Latina.
Nel creare Exor Seed abbiamo agito come una start up, cercando di capire come potevamo giocare un ruolo positivo e di valore per queste startup early-stage, imparando e provando ancora velocemente. Abbiamo scoperto che i fondatori hanno apprezzato l’obiettivo di Exor, i nostri valori e la nostra storia di “owner operator”. Il capitale di cui disponiamo, la nostra presenza globale e la comprensione dei mercati quotati (sia come investitori che come operatori) ci danno anche un vantaggio rispetto ai fondi di venture capital tradizionali in un mercato sempre più competitivo.
Guardando al futuro, il 2021 sarà un anno cruciale per Exor Seeds. Iniziamo a vedere un “effetto volano” positivo grazie all’esperienza nel settore e alle profonde relazioni che abbiamo costruito con i fondatori, gli investitori di Venture Capital e le nostre aziende. Nonostante l’inizio della pandemia abbia rallentato il ritmo delle operazioni, nella seconda metà del 2020 si è ripreso e da allora ha accelerato. Dall’inizio dell’anno le aziende non quotate hanno raccolto il doppio del capitale rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso, spinte dalla velocità con cui la tecnologia è stata adottata e si è evoluta in tutti i settori. Ora ci stiamo concentrando su progetti di cui siamo più convinti, che rientrano nella nostra “strike zone”.
Siamo particolarmente entusiasti delle crescenti opportunità in settori quali la mobilità, il fintech e l’healthcare. Si tratta di settori che stanno attraversando forti cambiamenti strutturali, dove pensiamo che emergeranno nuove e grandi aziende leader. Per esempio nella mobilità, i veicoli elettrici, il trasporto aereo e spaziale di nuova generazione, il delivery coi droni, la digitalizzazione delle flotte, la guida autonomia e tutte le infrastrutture sottostanti legate ad essa (rinnovabili, batterie, infrastrutture di rete, ecc.) stanno rivoluzionando e in alcuni casi rivitalizzando i settori tradizionali. In qualità di maggiori azionisti di Stellantis e di Via Transportation, ci troviamo nel cuore di questo cambiamento e abbiamo l’opportunità unica di potervi prendere parte nel prossimo decennio.
Stiamo anche assistendo a una fase in cui il settore tech europeo sta diventando adulto, grazie a grandi società quotate come Adyen e Spotify che stanno facendo crescere un ampio ecosistema di talenti. Nuovi unicorni come Klarna e UiPath, tra gli altri, stanno emergendo come leader globali come le realtà che storicamente si sono sviluppate per lo più fuori dalla Silicon Valley, a mano a mano che gli imprenditori europei hanno iniziato a sognare più in grande.
Crediamo che questo cambiamento radicale nelle attitudini e nelle possibilità sia agli inizi e noi ne siamo parte con un ruolo attivo. Due dei nostri maggiori investimenti nel 2021, per esempio, stanno costruendo i leader europei nella tecnologia applicata al settore immobiliare e nella salute. La creazione di Exor Seeds non solo ci ha permesso di avere un posto a questa tavola, ma, cosa ancor più importante, sta connettendo Exor e le sue società con giovani fondatori di talento, che condividono il nostro obiettivo e i nostri valori.
Al 31 dicembre 2020, la nostra cassa e i mezzi equivalenti alla cassa, pari a 859 milioni di euro, comprendevano 492 milioni di euro di cash e 367 milioni di euro di asset finanziari, di cui 294 milioni di euro investiti in fondi azionari di Exor e 73 milioni di euro in obbligazioni.
Vorrei felicitarmi con Matteo Scolari e con il suo team che gestisce i fondi azionari di Exor, investendo il capitale di PartnerRe e di Exor, che nel marzo 2021 hanno raggiunto il traguardo di 1 miliardo di dollari di plusvalenze. Nei quattro anni trascorsi dal suo lancio, il portafoglio ha ottenuto un rendimento lordo cumulativo del 174,4% in dollari o del 28,5% su base annua (senza anni negativi grazie all’attività di hedging). In confronto, la performance del MSCI World Total Return index nello stesso periodo è stata del 64,3% o del 13,1% su base annua (con rendimenti negativi nel 2018).
Nel 2020, i nostri maggiori investimenti si concentravano in Ocado, una società tecnologica britannica focalizzata sull’e-commerce alimentare, e nel settore minerario sudafricano dei PGM (metalli del gruppo del platino). Questi due investimenti hanno risentito dell’emergenza Covid-19 in modo molto diverso.
Il business online dell’alimentare di Ocado nel Regno Unito ha visto un forte incremento della domanda, in quanto, durante la pandemia, i clienti hanno fatto la spesa da casa. La crisi ha accelerato un cambiamento globale nelle preferenze dei consumatori riguardo all’acquisto di cibo online, creando nuove opportunità per Ocado e per i suoi partner produttori di beni alimentari in tutto il mondo. Come conseguenza il prezzo delle azioni di Ocado ha riportato un’ottima performance durante l’anno e attualmente risulta cresciuto di 8 volte rispetto al valore del nostro investimento iniziale.
Nel caso delle aziende minerarie di PGM, la pandemia ha inizialmente causato un forte calo delle loro azioni, poiché gli investitori temevano che le attività estrattive sarebbero state chiuse per un periodo prolungato. Fortunatamente, invece, le aziende sono state in grado di riprendere le normali operazioni abbastanza rapidamente senza mettere a rischio la salute dei dipendenti. Di conseguenza, i prezzi delle azioni si sono ripresi in modo deciso, raggiungendo nuovi record sulla spinta di una domanda resiliente per i PGM.
Nel corso dell’anno, abbiamo anche investito in Rolls-Royce. È il secondo produttore mondiale di motori per aeromobili civili (dopo GE), che ha anche importanti attività anche nei sistemi di difesa e di alimentazione. Rolls-Royce è stata colpita in modo particolarmente severo dalla crisi del COVID-19, avvenuta nel momento in cui la società si stava riprendendo da problemi di ingegneria che hanno interessato la nuova famiglia di motori Trent 1000. Con le ore di volo in calo di circa il 55% nel 2020, Rolls-Royce ha registrato un deflusso di cassa di quasi 5 miliardi di sterline, che ha reso necessario un apporto di capitale di emergenza e ha determinato un calo del prezzo delle azioni di oltre l’80%.
La società ha intrapreso drastiche scelte manageriali durante la crisi, con tagli dei costi a tutti i livelli e un riposizionamento del portafoglio. Guardando al futuro, crediamo che Rolls-Royce sia ora nelle condizioni di mantenere la propria quota di circa il 50% nell’interessante mercato dei motori aeronautici a fusoliera larga, migliorando anche in modo sostanziale la sua generazione di cassa grazie al recupero delle ore di volo.
Il debito lordo al 31 dicembre. Malgrado la volatilità che abbiamo dovuto affrontare lo scorso anno, il nostro Cfo, Enrico Vellano, e il suo team hanno svolto un lavoro eccellente assicurandosi che traessimo beneficio dalla domanda degli investitori istituzionali grazie all’emissione nell’aprile 2020 di un bond a 10 anni per un ammontare di 500 milioni, con una cedola annua fissa del 2,25% (e un rendimento del 2,42%). Poco dopo, a giugno, abbiamo riaperto il bond con scadenza ottobre 2034 per un valore di 200 milioni con una cedola annua fissa dell’1,75% (e un rendimento del 2,66%). A novembre, abbiamo utilizzato una parte di quanto ricavato per rimborsare un bond in scadenza di 200 milioni.
Abbiamo inoltre continuato a diversificare le nostre fonti di finanziamento nel mercato dei capitali e abbiamo avuto accesso a finanziamenti di breve termine a tassi vantaggiosi grazie all’emissione di 200 milioni di Commercial Paper (160 milioni rimanenti a fine anno).
All’esito di queste operazioni, il nostro debito lordo è aumentato a 4,1 miliardi di euro alla fine del 2020rispetto ai 3,4 miliardi della fine 2019. Attraverso la gestione attiva del nostro debito lordo, abbiamo comunque mantenuto il nostro LTV ratio sotto il 20% (alla fine del 2020 il LTV ratio era circa il 12%). Al 31 dicembre 2020, la maggior parte del nostro debito lordo era costituito da obbligazioni (delle quali il 57% sono obbligazioni quotate e il 43% collocamenti privati) con una durata media di circa 7 anni e un costo medio di circa il 2,5%. Inoltre, avevamo disponibili delle linee di credito committed per 485 milioni e uncomitted per €547 milioni, tutte ancora non utilizzate.
Il 2021. Abbiamo iniziato l’anno con la nascita di Stellantis, il 16 gennaio. È stato un onore cominciare a lavorare con Carlos Tavares: abbiamo le stesse ambizioni per la società e lo stesso entusiasmo per il futuro. Siamo anche molto impegnati con Ferrari, che è diventata la nostra azienda di maggior valore. I miei più cari ringraziamenti vanno a Louis Camilleri, ritiratosi a dicembre per ragioni personali dalla posizione di amministratore delegato, per la straordinaria leadership dimostrata negli ultimi due anni. Sotto la guida di Louis, Ferrari ha raggiunto nuovi traguardi e ha gettato solide basi per il futuro. Sono lieto di annunciare che il Consiglio di Amministrazione sta facendo buoni passi avanti nel processo di selezione del leader giusto che guiderà Ferrari verso una nuova era e verso traguardi ancora più grandi.
Abbiamo anche lavorato molto non solo sulle società che possediamo, ma anche sulle nuove acquisizioni. L’8 marzo abbiamo annunciato un investimento di 541 milioni di euro per diventare azionisti al 24% di Christian Louboutin. Siamo felici di questa nuova partnership con Christian, Bruno (il co-fondatore della società) e il loro team, che hanno svolto un lavoro eccezionale negli ultimi 30 anni nel creare uno dei più conosciuti brand indipendenti del lusso a livello mondiale.
Siamo rimasti piacevolmente colpiti, durante le trattative con Christian, Bruno e il loro team, di constatare quanto si ritrovassero nei principi di quella “grandezza” che ricerchiamo nelle società, e che ho già descritto all’inizio di questa lettera. Louboutin ha da sempre posto la sua attenzione nel raggiungere i più alti standard, sia in termini di qualità del prodotto che di risultati finanziari. Ha cercato di rinnovarsi e cambiare, evolvendo da ciò che era all’inizio una boutique di scarpe da donna nel cuore di Parigi nel 1991 fino a diventare oggi un business globale con una presenza notevole e un’offerta molto interessante anche nel settore delle calzature maschili, un’ampia gamma di articoli in pelle e una crescente credibilità nel settore beauty. Il suo design unico e il suo posizionamento hanno reso Louboutin uno dei brand più iconici nel settore del lusso. L’azienda inoltre si mette costantemente alla prova per poter operare in un’ottica sempre più responsabile e sostenibile.
Così come la squadra che guida Christian Louboutin, anche noi crediamo che nel futuro della società ci siano nuove importanti opportunità. Il management ha sviluppato un ambizioso business plan che si basa sui punti di forza dell’azienda e che le consentirà di crescere in aree che mostrano tendenze strutturalmente favorevoli, come nel mercato cinese e nell’e-commerce. Siamo entusiasti di entrare in partnership con Christian Louboutin, le cui straordinarie doti di creatività, energia e visione costituiscono esattamente le qualità necessarie per costruire una grande società.
Nonostante tutte le difficoltà dell’anno scorso, in Exor continuiamo a credere nel futuro, traendo sempre insegnamenti dal passato. Per questo motivo non vediamo davvero l’ora, se il successo della campagna vaccinale lo permetterà, di incontrarci di persona a Torino il 30 novembre alla Fondazione Agnelli per discutere con voi di entrambi.
Vorrei concludere la lettera agli investitori di quest’anno con una nota positiva, dedicando un pensiero speciale a mio nonno Gianni Agnelli che avrebbe festeggiato il suo centesimo compleanno il 12 marzo 2021. Malgrado le molte difficoltà che ha dovuto affrontare, ha sempre sottolineato l’importanza del futuro, come spesso ci diceva: “Io amo il futuro e mi piacciono i giovani. La mia vita è stata tutta una scommessa sul futuro”.