di Massimiliano Archiapatti, presidente di Aniasa
La pandemia ha confermato la centralità dell’auto anche nel sistema di mobilità cittadina, in cui il settore del car sharing può giocare un ruolo da protagonista. Per un suo definitivo rilancio e consolidamento nelle nostre città, sono oggi però necessari e non più rinviabili interventi strutturali da parte delle Pubbliche amministrazioni e del Governo.
L’utilizzo del car sharing, infatti, genera un enorme beneficio per l’ambiente, non solo in termini di riduzione dell’inquinamento e del traffico, ma anche nel riadattare l’assetto urbanistico delle nostre città. Vanno quindi rimossi ostacoli di natura spesso burocratica che ne ostacolano una più ampia e virtuosa diffusione: un’auto privata rimane generalmente parcheggiata circa il 95% della sua vita, al contrario di un’auto condivisa che è in continua circolazione
Secondo un nostro recente studio condotto con il Centro Studi Fleet&Mobility sulla città di Roma, dotare la Capitale di una flotta di 20.000 auto in sharing, ne toglierebbe 228.000 dalle strade (ogni auto condivisa ne eliminerebbe circa 12), con una riduzione di emissioni pari a 83 tonnellate/anno di PM10 (-10% rispetto al dato attuale). Senza contare il decongestionamento delle strade e i nuovi spazi messi a disposizione della cittadinanza”.