A caccia di sogni in 500
di Fabrizio Boschi
I cacciatori
Luca (34 anni) e Andrea (30) sono partiti da Chieri nel luglio 2015 e in un anno a bordo della loro 500 del 1965, di nome Tarti, hanno percorso migliaia di chilometri per raggiungere Tokio (Giappone), attraversando 14 nazioni e raccogliendo i sogni dei bambini in forma di disegni.
La missione
Lo scopo del viaggio, come lascia intuire il nome stesso della loro missione (BeRevolution, per l’appunto) è diventare vettori di consapevolezza, trasmettere messaggi di solidarietà e coraggio, e sostenere tramite una raccolta fondi, i progetti della onlus Forma del Regina Margherita di Torino.
Grazie alla loro pagina Facebook e al loro sito, hanno reso partecipi migliaia di follower, postando continuamente fotografie e commenti, raccogliendo interviste e raccontando i desideri dei bambini incontrati presso gli ospedali pediatrici, le scuole e gli orfanotrofi che hanno visitato.
“La lezione più profonda che abbiamo appreso grazie e BeRevolution è come gli esseri umani, spogliati delle diversità culturali, siano fondamentalmente simili: tutti cercano la felicità. Le differenze culturali sono solitamente quel che notiamo sulla superficie delle persone, ma se proviamo a chiedere “qual è il tuo sogno?” capiamo che affondiamo le radici nella stessa terra. I sogni sono connessi, non importano latitudine, religione o qualsiasi altra cosa che crei una separazione. Ed è proprio riconoscendosi in quella parte di noi dove nascono le emozioni che siamo in grado di cancellare i confini disegnati prima sugli atlanti e poi nelle nostre menti”, raccontano.
Il progetto
I cugini Luca ed Andrea Bonventre hanno la forza e la capacità di sognare. Sognare un’impresa dal sapore impossibile, un viaggio in 500 dal Piemonte al Giappone, e soprattutto di metterla in atto per permettere ai bambini malati di sognare ancora. BeRevolution è il loro progetto e ha un nobile scopo: raccogliere donazioni e dar visibilità alla fondazione Forma onlus di Torino (Fondazione dell’Ospedale Infantile Regina Margherita). Ma non solo. Durante il percorso sono entrati in contatto con altre associazioni/fondazioni che si occupano di prima infanzia concentrando la loro attenzione proprio sui bambini che creeranno il futuro di domani. Hanno chiesto di disegnare i loro sogni e li hanno raccolti per poter raccontare il mondo attraverso i loro occhi.
Il viaggio
È durato ben 370 giorni durante i quali hanno attraversano ben 14 nazioni. La meta non è una destinazione geografica, ma qualcosa di più profondo che si è realizzato chilometro dopo chilometro. Il lento viaggio a bordo di Tarti, una 500 bianca del 1965, ha permesso ai cugini di notare le piccole sfumature tra i popoli, sfumature che sono la ricchezza del genere umano, entrare in empatia con le persone che con gioia e generosità hanno accolto Luca e Andrea ovunque si trovassero.
Il rientro
Da quando sono rientrati in Italia, i cugini si sono impegnati a trasmettere le emozioni del loro viaggio, cercando le occasioni per fare arrivare al grande pubblico alcuni messaggi fondamentali tramite eventi, articoli, filmati e partecipazioni a programmi televisivi.
La mostra
Ora BeRevolution è una mostra fotografica, ospitata presso il Museo della 500 Dante Giacosa di Garlenda. “L’idea è quella di mettere idealmente il visitatore alla guida di Tarti e renderlo così protagonista del viaggio, offrendo un punto di vista inusuale”. Entrando in un corridoio si potranno infatti ammirare le foto scattate dall’interno della 500: si percorrerà il viaggio in sequenza cronologica, attraversando tutte le nazioni, fino ad arrivare in Giappone. Saranno inoltre esposti i disegni dei bambini. L’inaugurazione della mostra è il 7 luglio, primo giorno del 34° meeting Internazionale di Garlenda, per cui sono attese oltre 1.000 cinquecento storiche provenienti da tutto il mondo e sarà visitabile sino a fine settembre. Tra le auto che parteciperanno al Meeting di Garlenda ci sarà anche Tarti, che rimarrà in esposizione al museo “Dante Giacosa” a partire dal 10 luglio per raccontare la sua incredibile storia.