Bretzel (fotografo): “Auto e moto come un tappeto magico” 

di Roberta Pasero
Giacomo Bretzel è un globetrotter della fotografia, autore di migliaia di scatti per le più prestigiose riviste del mondo. Scatti rubati, cercati, inseguiti sulle strade del mondo. Che siano i ritratti di Francoise Sagan o di Philippe Starck, di Naomi Campbell o di Giorgio Armani. Oppure quelli delle gare più spettacolari al mondo, la Mille Miglia, prima tra tutte, dove da vent’anni cattura volti anonimi e volti celebri come quelli dei campioni leggendari dell’automobilismo Jacky Ickx e David Coulthard, di divi della televisione americana come Jay Leno e di Hollywood, da Jeremy Irons a Adrien Brody.
 
Scatti che basta sfiorare con lo sguardo e ti sembra di vederle animare. Di sentire l’urlo dei motori, i freni, gli applausi. Però Bretzel non si limita a fotografare le auto alla Mille Miglia e ai concorsi di eleganza di Villa d’Este o alle 24ore di Le Mans, ma nella sua vita parallela automobili e motociclette le colleziona anche.
 
Un elogio della velocità dietro e davanti l’obiettivo, dunque.
“Io sono cresciuto inseguendo la passione di mio padre, grande collezionista di Alfa Romeo e amico di Gigi Bonfanti, uno dei più incredibili cultori, collezionista e restauratore delle Alfa Romeo d’epoca. Ed era sempre mio padre che, al posto delle fiabe, mi leggeva le pagine de “I Lupi solitari della Pechino-Parigi”, il libro di Allen Andrews con prefazione del grande giornalista Luigi Barzini che quell’epico viaggio nel 1907 lo fece con il conte Scipione Borghese a bordo dell’Itala”.
Che cos’ha l’Alfa Romeo che le altre automobili non hanno?
“Il sound. Alfa Romeo ha il suono del 4 cilindri con le valvole in testa. Ha un motore geniale con una sonorità strepitosa, simile a un concerto. Da bambino riconoscevo da lontano il suono della 1750 di mio padre e guidare le mie due GT d’epoca regala sensazioni indescrivibili. E poi è sempre stata un’auto molto sicura rispetto a quelle dello stesso periodo. Grande tenuta di strada, miglior frenata. Non dava mai nessun problema di meccanica”.
 
Ma nella sua collezione ci sono anche le motociclette.
“Conservo ancora la Fantic Caballero di quando avevo 14 anni. E poi ho tre vecchie Bmw, una Morini, in tutto una quindicina di motociclette. In moto ho fatto viaggi incredibili, interminabili viaggi di follia, mentre quando abitavo in Francia e vivevo in una casa sul fiume, nel dipartimento della Marna, fuori Parigi, le tenevo tutte lì in un grande garage e ogni giorno ne guidavo una. Poi, rientrando in Italia, le ho portate in Toscana perché è una regione con strade bellissime illuminate dalla luce del Rinascimento”.
I veicoli d’epoca stanno ai veicoli moderni come le fotografie analogiche stanno a quelle digitali?
“Esatto. Scattare foto su pellicola è come guidare le vecchie automobili: ogni difetto diventa perfetto. E alle competizioni come la Mille Miglia mi piace scattare fotografie archeologiche, rigorosamente su pellicola e con apparecchi fotografici che hanno la stessa età delle automobili in gara”.
Automobili e motociclette sono soggetti intriganti da fotografare?
“Lo sono quando hanno una linea definita, perché mettono in mostra la loro personalità. Che è quella di essere il nostro tappeto magico, pronte ad accompagnarci da un’emozione a un’altra emozione”.

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *