di Cinzia Franchini, portavoce di Ruote Libere
Sulla carta gli incentivi per il rinnovo del parco mezzi delle aziende di autotrasporto italiane sono una ottima iniziativa del Governo, ma nei fatti questi bonus finiscono per non coprire nemmeno gli aumenti registrati nell’ultimo anno e così, invece di affiancare economicamente le aziende di trasporto per svecchiare una flotta tra le più vetuste d’Europa, non si fa altro che sostenere le case costruttrici di autocarri. I due recentissimi decreti firmati dal ministro delle Infrastrutture e della Mobilità, Enrico Giovannini, stanziano complessivamente 100 milioni di euro per agevolare l’acquisto, da parte delle imprese di autotrasporto, di mezzi ecologici e tecnologicamente avanzati.
Nel dettaglio, il Decreto sugli investimenti ad alta sostenibilità stanzia 50 milioni di euro per il quinquennio 2021-2026 solo per acquisti di mezzi di ultima generazione (ibridi – Diesel elettrici – elettrici – metano) con contribuiti per ogni acquisto che vanno da 4mila a 24mila euro per camion totalmente elettrici sopra le 16 tonnellate. Peraltro parliamo in questo ultimo caso, di pochissimi mezzi che poco si adattano col sistema trasportistico italiano nel quale per esempio anche i punti di ricarica efficienti per tale tipo di veicoli sono una rarità.
Il Decreto investimenti finalizzati al rinnovo e all’adeguamento tecnologico del parco veicoli per il biennio 2021-2022 riserva invece 35 milioni (suddivisi equamente in ragione di € 17,5 milioni per l’annualità 2021 ed € 17,5 milioni per l’annualità 2022) per l’acquisto di veicoli Diesel Euro 6 di massa complessiva a partire da 3,5 tonnellate comprese, allargando così enormemente la platea dei possibili beneficiari e riducendo conseguentemente l’importo del bonus che sono erogati fino a concorrenza delle risorse disponibili, a fronte di rottamazione di mezzi più inquinanti: gli incentivi in questo caso variano da un minimo di 7.000 a un massimo di 15.000 euro.
Ma a chi vanno questi aiuti? Un esempio concreto ci aiuta a chiarire. Un camion, trattore stradale da 500 cavalli Euro 6, acquistato da un iscritto di Ruote Libere il 22 dicembre del 2020 per la cifra di 115mila euro, oggi, a un anno di distanza, costa, con il miglior preventivo presso la stessa concessionaria, 123mila euro, quindi con un incremento di 8mila euro, pari al 7% in più. Ecco allora che i tanto sbandierati incentivi vengono assorbiti totalmente dall’aumento del prezzo dei mezzi (e a volte nemmeno sono sufficienti a compensarlo) e di fatto finisco nelle tasche delle case costruttrici senza sostenere minimamente le aziende di autotrasporto alle quali, sulla carta, sono destinati.