Boiani (AsConAuto) al NADA: “Il modello Usa per fare squadra e farci rispettare”

NADA, principale forum mondiale di discussione e confronto delle dinamiche in atto  nel mondo automotive, ha visto Giorgio Boiani, vicepresidente di AsConAuto con delega alla comunicazione, a capo  della delegazione italiana composta da una trentina di esponenti dell’automotive  (dei quali cinque rappresentanti dell’Associazione).

La partecipazione all’International Roundtable,  presieduta da Mark Scarpelli (NADA past president e chairman), che annoverava past president e chairman oltre alle delegazioni internazionali, ha permesso un approfondimento delle dinamiche in atto nel mercato globale e spunti originali di riflessione.

Vicepresidente Boiani, un primo commento alla trasferta americana.

“Oggi, e ancor più nel futuro, le tematiche con le quali il nostro settore si deve misurare sono molteplici e davvero complesse. E, dopo la trasferta a Las Vegas per NADA, la sensazione forte che ci rimane non è solo della distanza geografica tra il mercato americano e quello europeo, ma il fatto che si pratica il business in uno scenario davvero differente. Negli Usa il concessionario conta, e come se conta. In America, la lobby delle automobili è fortemente consolidata. Non per nulla in ogni stato americano ci sono uno o più senatori concessionari d’auto e il rappresentante annuale, eletto dalla NADA, sospende l’attività personale per un intero anno e si dedica alla politica associativa per il bene del settore. Si tratta di un modello forse inarrivabile per il nostro Paese, ma questo non significa che non si debba potere pensare di avviare un processo in questa direzione. Le alleanze sono sicuramente benefiche, ma l’importante è sapere che il tuo alleato lo è per davvero e può rappresentarti.”

Quale apporto può dare AsConAuto?

“L’esempio americano ci  dimostra che è quanto mai necessario fermarsi a riflettere su come potremo farci rispondere dalla politica in futuro. Il lavoro di questi ultimi anni, in particolare, ha sicuramente affrancato il nome di AsConAuto come un riferimento principale nel nostro comparto. Lo respiro ormai da tempo e non soltanto in questa occasione in terra americana, ma in diversi contesti anche nazionali. Questo vuol dire aver creato gli ingredienti giusti per proseguire a lavorare concretamente e fare cose utili al settore come finora abbiamo fatto, continuando a dare al mondo politico indicazioni precise per indirizzare al meglio gli interventi a sostegno dello sviluppo del nostro comparto”.

Nel confronto tra i mercati che cosa emerge in modo evidente?

Se il confronto con il mercato americano è sempre stato per noi un riferimento, forse sarà il caso di rivedere alcuni aspetti della vita automotive italiana. L’associazione dei dealer americani è un’azienda vera e propria, strutturata per assistere un settore in tutte le sue necessità. Formazione, assistenza legale, finanziaria, burocratica e tanto altro fanno sì che un intero centro congressuale, come quello di Las Vegas, quasi non sia sufficiente per contenere tutto e tutti. Per cominciare, Oltre oceano esiste una struttura associativa e politica in grado di accompagnare l’imprenditore nelle sue fasi di crescita ma, soprattutto, di fare da  supporto al cambiamento. Si tratta  di prendere a modello le nuove figure già presenti da tempo negli Usa che operano nelle concessionarie: ruoli chiave dedicati ai nuovi strumenti social e tecnologici. Aggiungo, però, oltre a questi unici due punti, che evidenzio in quanto focali, che un ingrediente manca nel nostro Paese: l’umiltà. Oltreoceano i dealer hanno quasi un sapore casareccio (dal presidente all’ultimo anello della catena). Un tratto che piace al consumatore che si avvicina con maggiore tranquillità e meno ansie alle porte delle concessionarie. Da anni parliamo di questo tema, ma ancora oggi la sensazione è che l’eccessiva chiusura al cambiamento non ci permetta di crescere quanto possibile. L’americano è affabile per antonomasia e questo aspetto non aiuta solo il business, ma predispone un’emozione positiva che accompagna il contatto con il potenziale acquirente. Inoltre, le nuove tecnologie riscuotono unattenzione totale. Anche noi possiamo e dobbiamo cambiare, ma dovremmo tutti partire dal nostro modo di porsi per preparare l’atteggiamento giusto a introdurre il cambiamento. Asconauto c’è e ci sarà  sempre per aiutare gli imprenditori automotive italiani a capire  che cosa fare. E speriamo che alcuni presupposti, emersi  dalla trasferta americana, possano stimolarci ad affrontare in modo più consapevole questa nuova era, già ampiamente iniziata”.

NADA-9Da-sin.-Enrico-della-Negra-Giorgio-Boiani---Dario-Campagna---Paolo-Lodo

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