Autotrasporto: povera la nostra Italia…

di Franco Fenoglio. Esperto in autotrasporto

 

L’estate è ormai un lontanissimo ricordo. Sembrano lontanissimi anche i tempi in cui abbiamo vissuto le notti magiche che ci hanno portato, partita dopo partita, a essere campioni d’Europa. Abbiamo celebrato l’Italia che non si arrende, l’Italia che schiera una squadra vincente e che scende in campo con orgoglio, passione e voglia di vincere, insieme. Quella stessa Italia, oggi, a distanza di qualche mese, fatica a riconoscersi. Il successo porta sempre a mettere in evidenza i singoli elementi, la squadra scompare e quel noi che ci ha portati sul tetto d’Europa, improvvisamente si trasforma in tanti singoli protagonisti che, da soli, non sono in grado di fare la differenza.

Lo stesso vale per il settore del trasporto. Anche in questo settore prevalgono spesso i singoli interessi. Non possiamo più, infatti, considerare il settore del trasporto singolarmente, dobbiamo ragionare in ottica di sistema considerando il mondo della mobilità merci, da un lato, e quello della mobilità persone, dall’altro. Due mondi strettamente connessi che, solo grazie ad un piano integrato di lungo termine, riusciranno a transitare verso un futuro sostenibile, secondo gli obiettivi ambiziosi che l’Europa impone ai singoli Paesi. Alla base di tutto le infrastrutture: un ambito che richiede senza dubbio grandi investimenti per accelerare la creazione di un sistema infrastrutturale all’avanguardia che consenta di rendere il traffico merci e persone, sia in Italia che nel contesto europeo, efficiente, efficace, sicuro e sostenibile.

È necessario che le diverse modalità di trasporto siano integrate tra loro, l’intermodalità e lo sviluppo di una mobilità smart ci consentiranno di accelerare la transizione verso un sistema di trasporto maggiormente sostenibile, sia dal punto di vista ambientale che economico, perché, è evidente, non esiste sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica. I costi del trasporto incidono in maniera determinante sulle singole aziende, rendendole sempre meno competitive ed aprendo le porte ad aziende estere in grado di svolgere gli stessi servizi a costi decisamente inferiori.

Povera la nostra Italia. Chi sta pensando seriamente a un piano industriale e strutturale della mobilità e della logistica per il nostro Paese? Chi sta guardano con sguardo critico al futuro, immaginando le conseguenze catastrofiche di un mancato piano d’azione? Che cosa succederà tra 5 e 10 anni se non agiamo ora?

Tante, troppe aziende, non solo del settore del trasporto, stanno guardando al di fuori dei confini nazionali perché incapaci di continuare a credere che l’Italia rappresenta un Paese in cui ha senso continuare a investire. Al tempo stesso, sempre meno aziende estere si affacciano alla nostra finestra per investire in quello che, sulla carta, rappresenta un Paese con un enorme potenziale di crescita. È quindi necessario agire al più presto perché quelle notti magiche, che abbiamo tanto sognato, potrebbero presto trasformarsi in… notti tragiche.

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